Moschee e centri culturali islamici: il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha inviato una circolare ai prefetti per chiedere di aumentare il livello di attenzione e i controlli nei luoghi di aggregazione di matrice islamica, per scongiurare il rischio di radicalizzazione.Nel dettaglio, il Viminale «raccomanda ai prefetti di riservare una cura particolare alle dimensioni di elezione del proselitismo», riferendosi anche alle varie realtà dei centri di aggregazione e delle associazioni culturali ispirate alla fede musulmana, distribuite soprattutto in Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Piemonte, Sicilia e Toscana.Innegabile come la questione tocchi direttamente anche il territorio comasco. Nel capoluogo, il centro islamico di via Pino è da quasi un ventennio una sorta di “sorvegliato speciale”. Tra il 2003 e il 2004 (era ministro Giuseppe Pisanu) vennero espulsi due imam, altri due negli anni successivi. I locali di Camerlata vennero chiusi nel 2006 per riaprire anni più tardi non più come moschea, bensì come centro culturale. Tre anni fa la Lega organizzò una grande manifestazione.«Vogliamo alzare la soglia di attenzione rispetto al fondamentalismo e al proselitismo islamico, specie dopo gli attentati di Pasqua in Sri Lanka – spiega Nicola Molteni, sottosegretario all’Interno – attenzione ai luoghi fisici, ma anche al web, spazio per eccellenza di radicalizzazione e reclutamento. Questa circolare si inserisce in un percorso preciso, che parte dal blocco l’immigrazione irregolare, dalla quale passa anche il rischio terrorismo, e finisce nel potenziare i controlli tramite un aumento di agenti e militari».«Credo che questa circolare sia dettata dal buonsenso – commenta Alessandra Locatelli, vicesindaco di Como e deputata leghista – a Como abbiamo tre situazioni da monitorare: la moschea abusiva di via Pino, i cui imam in passato vennero espulsi dal Paese, il centro culturale islamico di via Turati e un edificio di via Cumano, struttura adibita a uso commerciale, acquisita dalla comunità turco-islamica, sulla quale faremo tutti i controlli del caso».La circolare destinata ai prefetti per aumentare i controlli e il livello di attenzione intorno ai luoghi di aggregazione di cittadini islamici evidenzia anche il netto aumento delle strutture. A Cantù infine si trova uno dei centri culturali più frequentato, che da anni è al centro di un braccio di ferro con l’amministrazione comunale per l’utilizzo di un capannone.
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