Un piccolo paradiso per i turistiPiove e quando piove così forte in Altolario, tra il lago e le montagne, la gente non esce di casa. Il ricordo delle alluvioni è ancora vivo tra Domaso, Sorico e Gera Lario.Anche il luogo in cui è stato trovato venerdì sera Alfredo Sandrini agonizzante è deserto. Ci sono i carabinieri e i cronisti. Siamo in un piccolo paradiso del turista. Il ristorante albergo Le 5 case di Gera Lario è una struttura ricettiva recentemente rinnovata. Le terrazze con i sassi a vista scendono fino al lago sulla spiaggetta privata. La pista ciclabile è perfetta. Ci sono i segni dei festeggiamenti per il nuovo anno. Qualche botto esploso, bottiglie di spumante nei cestini portarifiuti. Le ville direttamente a lago sono una più bella dell’altra. Sono quasi tutte chiuse. Difficile pensare che in molti, venerdì sera, possano aver notato quell’uomo che si trascinava sulla sua bicicletta. Anche la donna che ha chiamato i soccorsi non è più in paese. Il resort Le 5 case è chiuso, aprirà per San Valentino.Percorriamo il tragitto a ritroso sulla Regina, fino alla marina di Domaso, prima della zona dei grandi campeggi. Il porto è un’altra struttura recentissima. In quel tratto però la ciclabile è ancora un cantiere. Facile pensare che Alfredo Sandrini l’abbia imboccata all’altezza del cartello Vercana. In corrispondenza del cartello c’è un piccolo piazzale. Il luogo ideale in cui darsi un appuntamento. Probabilmente il luogo dove Alfredo Sandrini ha incontrato il suo assassino.Ferito da quei colpi d’arma da fuoco il 40enne è comunque risalito in sella. Non si è diretto verso il pronto soccorso dell’ospedale Moriggia Pelascini a Gravedona, ma sulla via verso casa. Alfredo Sandrini sapeva che doveva rincasare prima delle 23, secondo le disposizioni del giudice che gli aveva accordato i domiciliari fino alla fine della pena.E così via, a pedalare sulla ciclabile che aveva percorso tante volte.Dopo quasi tre chilometri, però, è caduto esausto dalla bicicletta.Ne avrebbe dovuti percorrere ancora sette per arrivare nella sua casa di via Nigolo a Sorico.Tra il luogo in cui Sandrini si è accasciato e l’abitazione del falegname c’è un’altra casa di Sorico, che spicca nel suo rosa pastello.È la casa in cui viveva Edi Copes. Il ragazzo ucciso nel 1982 in circostanze che secondo i familiari non sono mai state chiarite fino in fondo.
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