Il retroscena(da.c.) Una tranquilla domenica di caos decisa in modo «informale». La lettura dell’ordinanza con cui il comandante dei vigili urbani di Como, Domenico Casale, ha decretato lo stop alle auto di quattro giorni fa ha riservato un curioso retroscena. La giunta del capoluogo non ha infatti mai dato il suo assenso alla chiusura dell’anello viabilistico cittadino. Non lo ha fatto con una delibera né con un voto. Casale ha deciso sulla base di un «indirizzo operativo» ricevuto fuori dai crismi dell’ufficialità.
Daniela Gerosa, assessore alla Viabilità di Palazzo Cernezzi, conferma la circostanza. «In giunta – dice – ho letto un’informativa. Ma non c’è stato alcun voto». L’assessore Gerosa specifica come in realtà siano stati «considerati i possibili risvolti negativi» dell’operazione. Ma, di fatto, ammette che la chiusura del lungolago è avvenuta con una procedura non ortodossa.
Peraltro, anche l’adesione alla settimana della mobilità non è mai stata presa con un atto di indirizzo di giunta. A quanto pare, è stata avallata dal sindaco Mario Lucini sulla base di considerazioni evidentemente condivise dall’esecutivo ma mai formalizzate.Oggi vertice in PrefetturaIntanto oggi, in Prefettura, i sindaci dei Comuni attraversati dalla Lariana incontrano il rappresentante del governo per protestare contro quanto accaduto domenica scorsa. Rino Malacrida, primo cittadino di Torno, insiste sulla necessità di evitare, in futuro, il ripetersi di situazioni insostenibili. «Chiederemo di non chiudere più il lungolago di Como – dice Malacrida – Lo impongono soprattutto ragiorni di sicurezza. Se domenica fosse successo qualcosa di grave, chi avrebbe pagato? Con le auto ferme in coda per 7 km mi chiedo come avrebbero potuto transitare i mezzi di soccorso o le autopompe dei vigili del fuoco. Credo che prima di prendere certe decisioni, bisognebbe fare attenzione alle possibili conseguenze».Secondo il sindaco di Torno, «la chiusura del lungolago di Como è una vera e propria assurdità, in particolare se non viene accompagnata da misure viabilistiche in grado di far defluire il traffico su direttrici diverse. Al prefetto chiederemo che tutto ciò non si ripeta più in futuro».
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