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Lungolago, i critici dell’erba finta non si sono pentiti

Nonostante il successo dell’iniziativa il prato di plastica di Zambrotta non è piaciutoPartono questa mattina i lavori per smantellare la “passeggiata Zambrotta”. Tra 15 giorni, del lungolago sponsorizzato dal campione del Milan rimarrà soltanto il ricordo. Non ci sarà più traccia dei tappeti d’erba sintetica che tanto hanno fatto discutere.Prima dell’inaugurazione dello scorso 26 giugno, in città si scatenò un acceso dibattito tra chi riteneva antiestetico ricoprire il lungolago con il verde artificiale e chi, invece, non vedeva l’ora di poter tornare a camminare in riva al Lario. I cittadini, in questi mesi, hanno sicuramente apprezzato.Chi all’epoca non era convinto dell’operazione, ancora oggi resta sulle posizioni di un tempo. A partire dall’assessore alla Cultura di Palazzo Cernezzi, Sergio Gaddi.«Il mio giudizio non è mutato di una virgola. All’epoca dissi che l’erba sintetica aveva lo stesso fascino dei fiori finti usati come centro tavola. E lo ribadisco. È ovvio che davanti all’ipotesi di non fare nulla e lasciare tutto sbarrato, anche un simile esperimento aveva aspetti meritevoli. Ma non basta il massiccio afflusso di visitatori per modificare la mia idea. Ringrazio Zambrotta per il suo impegno a favore della città, ma il lungolago non può prescindere, soprattutto per il futuro, da una progettualità che sviluppi e valorizzi al massimo la bellezza del paesaggio e il suo scenario incomparabile. Passi l’erba sintetica ma purché la si usi, come accaduto, per un periodo limitato. Inammissibile ipotizzare un lungolago con l’erba sintetica per sempre». Inoltre, il successo «era inevitabile. Davanti al nulla di prima ci si fa andare bene anche l’erba finta. Sarebbe bastato anche dipingere il cemento per ottenere riscontri positivi. L’arredamento del lungolago andrà studiato con la massima cura per renderlo compatibile e armonico con la città», aggiunge sempre Gaddi.«Utilizzare erba finta è come prevedere di installare sul lungolago pannelli rivestiti di pietra invece della vera pietra di Moltrasio», conclude Gaddi.In passato anche l’assessore al Turismo del Comune di Como Francesco Scopelliti, pure se con toni meno accesi, aveva chiesto alcuni correttivi, almeno cromatici, per evitare l’effetto “verde-plastica” sulla passeggiata. Scettico, allora come oggi, anche il presidente dell’ordine degli architetti di Como, Angelo Monti.«Ciò che abbiamo visto assomigliava a un parco giochi. Una zona con arredi e aree per i più piccoli. Era tutto finto. Delimitato da cancelli. E tutto appariva bello. Ma non è lontanamente paragonabile a un vero e proprio spazio pubblico – dice Monti – Mi sembra quindi un esempio che non fa altro che rafforzare la mia tesi di partenza. Ovvero: utilizzare un tappeto di erba sintetica è improponibile in un contesto urbano vero, da utilizzare tutti i giorni».Ma non solo. «Sono andato spesso, per curiosità, a passeggio sul lungolago e vedere dal vivo quanto proposto ha rafforzato il mio pensiero. Va riconosciuto il merito a Zambrotta di essersi impegnato per la città. Ma non può essere questa la strada per il futuro». Intanto, ieri sono giunti i ringraziamenti ufficiali al giocatore del Milan da parte di Mario Molteni e Roberta Marzorati della Lista Per Como.

Fabrizio Barabesi

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