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Lutto a Erba per la scomparsa di Enrica Sangiorgio, presidente dell’Associazione Monsignor Aristide Pirovano

Questa mattina, all’Ospedale Fatebenefratelli di Erba, dove era stata ricoverata per alcune analisi e dove nella notte le sue condizioni si sono improvvisamente aggravate, è scomparsa Enrica Sangiorgio, presidente dell’Associazione Amici di Monsignor Aristide Pirovano fin dalla sua fondazione (1997). Aveva 86 anni. La camera ardente è allestita presso lo stesso Ospedale. I funerali saranno celebrati sabato 31 agosto, alle 15, nella Chiesa prepositurale di Santa Maria Nascente a Erba.

Una lunga vita, quella della signora Enrica – spiega il comunicato dell’associazione – spesa generosamente per la famiglia e in diversi impegni associativi, dolorosamente segnata da gravissimi lutti e fortemente caratterizzata dalla strettissima e cordiale amicizia con monsignor Aristide Pirovano, il vescovo erbese missionario in Brasile, già prelato di Macapà e successivamente cappellano dei lebbrosi di Marituba. La sua capacità di dedicarsi totalmente a una causa, investendovi la propria intelligenza e le proprie energie, l’avvicinò progressivamente a padre Aristide, che non ebbe dubbi nell’“eleggerla” tra i suoi collaboratori più fidati. Quando lui mancò nel 1997 e si decise che un’associazione a lui intitolata avrebbe proseguito la sua opera, fu  Luigi Farina a convincerla ad assumerne la presidenza.

Non era un incarico semplice. L’eredità di padre Aristide era pesante – aggiunge il comunicato di ricordo della donna – c’erano numerosi impegni a cui far fronte: il nascente Ospedale di Marituba, il programma di adozioni a distanza dei bambini brasiliani, il sostegno a diversi progetti già in corso o che stavano per vedere la luce… C’era, soprattutto, l’obbligo di mantenere vivo il ricordo di padre Aristide a Erba e di conquistare la fiducia di chi a lui si era affidato dall’altra parte del mondo. La signora Enrica si assunse questa duplice responsabilità e l’assolse con straordinarie capacità.

Vengono ora alla mente le innumerevoli iniziative nate a Erba sotto il suo impulso, nel nome di monsignor Pirovano e a favore di Marituba: eventi sportivi e culturali, spettacoli, momenti conviviali, la camminata “Diamoci la mano per dare una mano”… Su tutti, l’appuntamento fisso della prima domenica di febbraio, in occasione dell’anniversario della morte di padre Aristide, con una elevazione spirituale in musica seguita della Messa in suffragio. E c’era la promozione della causa di beatificazione del vescovo, in cui la signora Enrica credeva fortemente e che per lei era diventata un’autentica ragione di vita.

Incalcolabile, poi, il patrimonio di solidarietà costruito nel corso di decine e decine di viaggi a Marituba: dall’Ospedale alle altre strutture sanitarie e sociali, dal Villaggio Italia alle scuole e agli asili, dalla Fazendinha al Centro vocazionale… Idee concretizzatesi grazie alla fondamentale intesa con i Poveri Servi della Divina Provvidenza dell’Opera Don Calabria (successori di padre Aristide alla guida della missione), ma che hanno potuto contare sulla saggezza, sul senso pratico e sulla lungimiranza della signora Enrica. Anche quando non si recava a Marituba “era” là, presente attraverso la posta, il telefono, la mail… E soprattutto il cuore.

Quel cuore di cui, lo ripeteva spesso, proprio a Marituba lei aveva lasciato «un pezzetto». L’ultima, commovente testimonianza giunge dal consigliere Carlo Farina, che le ha parlato telefonicamente il giorno precedente la scomparsa, per annunciarle la sua imminente partenza per il Brasile: una circostanza che l’aveva rallegrata, al punto che l’aveva pregato di portare i suoi saluti a tutte le persone che la conoscevano. Erano davvero tante, a Marituba, dove in queste ore si stanno organizzando preghiere e Messe in suo suffragio.

Malgrado il progressivo deterioramento delle sue condizioni di salute, accentuatosi soprattutto negli ultimi due anni, la signora Enrica non ha mai distolto il pensiero dall’associazione a cui si è dedicata anima e corpo per oltre vent’anni. Per gli Amici – che in questo momento sono affettuosamente vicini al marito Franco Cavenaghi, al figlio Marco e a tutti i familiari – il modo migliore per onorare la loro presidente sarà quello di proseguirne l’opera.

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