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«Ma la Como-Milano è quella dei tempi di Giolitti»

Svizzera puntuale e precisa non soltanto nella proverbiale fabbricazione degli orologi, ma anche nel settore dei trasporti. E Italia invece che arranca.Dario Balotta, presidente dell’Osservatorio nazionale liberalizzazioni infrastrutture e trasporti (Onlit) non fa sconti. E commenta con un’analisi spietata le differenze tuttora esistenti tra il nostro Paese e la Confederazione. «Con l’apertura della galleria del Monte Ceneri il numero dei collegamenti dell’asse ferroviario Nord-Sud Gottardo-Ceneri (tutto in Svizzera) passa da 140 a 320 convogli al giorno, 65 dei quali riservati ai passeggeri. Un’opera – dice Balotta – concepita soprattutto per lo sviluppo del traffico merci, che andrà su rotaia anziché su strada, e sostenuta a parole anche dall’Italia. Ma mentre gli elvetici hanno fatto per tempo i compiti a casa, noi siamo in grande ritardo. La linea Como-Milano – spiega l’ex segretario della Cisl trasporti della Lombardia – è infatti ancora quella dei tempi di Giolitti, con due binari intasati da regionali, sub-urbani e Intercity sempre in ritardo e con poca capacità per le merci. In un’ottica di pianificazione dei trasporti e di riequilibrio tra strada, perennemente intasata, e ferrovia sarebbe abbastanza banale pensare di finanziare il quadruplicamento con le risorse europee del Recovery Fund».Soldi che, secondo Balotta, sarebbero «ben spesi anche per i tedeschi».La protesta dei pendolariIntanto, mentre oltrefrontiera si festeggia la nuova dorsale alpina, a Como i pendolari della linea per Lecco sono di nuovo infuriati per il mancato ripristino delle corse. In una lettera aperta il comitato dei pendolari scrive che «mentre nel resto d’Europa e d’Italia, le aziende di trasporto pubblico fanno in modo di impegnarsi al massimo per tornare ai livelli di traffico pre-Covid, anche con aggiunta di corse, Trenord sembra essere in realtà molto contenta di aver perduto passeggeri, e si comporta in modo tale che quei passeggeri non tornino mai più; anzi, che se ne perdano altri, con l’obiettivo preciso di far circolare pochi treni, di relativa utilità. La Lombardia, regione che eccelle in molti campi (incluso sino a poco tempo fa anche il trasporto ferroviario), vede il trasporto regionale ferroviario cadere di giorno in giorno nel baratro della malagestione e del malgoverno», aggiungono.

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