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MA NON È SOLTANTO UN PROBLEMA DI SOLDI

diGIORGIO CIVATI

Altrove i fondi vengono reperitiÈ la solita, irrisolvibile questione di soldi. O forse no. La viabilità, in Italia e quindi anche dalle nostre parti, è senza dubbio un problema finanziario: una strada costa milioni di euro, una superstrada ancora di più, un’autostrada cifre da far tremare i polsi.E siccome i soldi sono pochi, quello del traffico e delle infrastrutture appare un problema difficilissimo da affrontare. Quasi impossibile.Ed è vero, almeno in parte. Mettere mano alla Statale Regina per migliorarlasignificherebbe sborsare almeno un’ottantina di milioni per la variante Domaso – Gravedona, ma ne servirebbero forse 240 per sistemare il traffico nella Tremezzina.E sono solo due dei “nodi” della provincia di Como, a cui aggiungere la Briantea, la variante di Olgiate Comasco, il secondo lotto della tangenziale di Como, l’autostrada Varese-Como-Lecco e molto altro ancora. Lo sa bene anche la Provincia di Como, che ha stilato un elenco di priorità viabilistiche che rischia di rimanere un “libro dei sogni”. Esigenze, come si è detto, tante. Risorse pochissime.Non è però solo un problema di soldi. È anche una questione di peso politico, di capacità di rappresentare le esigenze lariane e di fare lobby, di superare divisioni e incertezze, di concentrarsi su pochi progetti ma reali, anziché su molti pressoché impossibili.È, insomma, un problema di uomini. Degli uomini che ci amministrano a livello locale e troppo spesso devono subire la concorrenza di “vicini” scomodi perché troppo potenti; di aree come Varese, patria della Lega Nord, o magari di Lecco, città natale del governatore lombardo Roberto Formigoni.È un fatto: nella lotta ad accaparrarsi fondi, progetti e finanziamenti Como appare quasi sempre ultima. E questo se permettete, e con un po’ di ingenuità, ci pare profondamente sbagliato. Non è giusto che uno dei territori più popolosi, produttivi e nevralgici della Lombardia, anche per il ruolo di “porta” verso la Svizzera e il Nord Europa, abbia strade vecchie e malandate, insufficienti al traffico attuale. Non ci pare possibile che in un’area obiettivamente difficile, tra lago e montagne, muovere gente e merci sia una specie di scommessa. Insomma, sarà pure una questione di soldi, ma siamo anche convinti che qualcosa di più Como lo meriti. Nell’ultima campagna elettorale ci avevano detto che questa “sintonia” politica tra Comune capoluogo, Provincia, Regione e Governo centrale avrebbe portato a grandi risultati. Dall’elenco stilato a Villa Saporiti, al momento, non si direbbe.

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