I commentiA sentire Gian Paolo Fumagalli, presidente di Como Imprenditori Alberghieri, il consorzio di cui fanno parte gli hotel più lussuosi del Lario, i turisti a Como non mancano. «Rispetto agli anni precedenti – afferma Fumagalli – non abbiamo registrato cali, anzi. Il flusso turistico è buono e in assoluto non possiamo lamentarci. Il problema, casomai, è capire come trattenere qualche giorno in più i turisti in città, perché solo raramente si va oltre una o due notti di permanenza. Ma teniamo
presente che anche in Sardegna, dove mi trovo per lavoro, in questo momento di grande crisi è difficile andare oltre la settimana di vacanza».«Certamente – prosegue l’imprenditore – una maggiore cura della città e una serie di eventi importanti potrebbero aiutare tutto il territorio ad avviarsi verso traguardi più importanti. A mio avviso le mostre, anche quelle degli anni passati, non hanno portato quasi nulla in termini di presenze alberghiere. Bisogna ragionare su manifestazioni di grande prestigio, a costo di rinunciare alla loro annualità». Per quanto riguarda la musica, secondo Fumagalli «è indubbio che il Teatro Sociale abbia organizzato in occasione del suo bicentenario una manifestazione di grande valore. Certo – prosegue – a Locarno il “Moon & Stars” ha fatto grandi numeri, ma al momento non so proprio chi a Como potrebbe assumersi l’onere di organizzare un evento di quella portata».A contestare, almeno in parte, le affermazioni di Fumagalli, è Sergio Gaddi, consigliere comunale ed ex assessore alla Cultura di Palazzo Cernezzi. «Dire che le grandi mostre di Villa Olmo non portavano indotto e presenze – afferma – è un’eresia. Ed è ancora più grave se un’affermazione del genere arriva da un albergatore. Non solo, la percezione positiva di un evento del genere creava l’effetto passaparola che ora è svanito. Quest’anno il circuito virtuoso di Villa Olmo è stato completamente distrutto. La città è un cimitero, non c’è nulla. Avere eliminato “Es.Co.” è stato un altro grande errore di questa amministrazione, perché anche volendo cambiare i suoi contenuti andava almeno preservata la continuità del nome di una manifestazione che si era costruita una tradizione».«Ma anche i contenuti – aggiunge Gaddi – prendiamo ad esempio i concerti di piazza Volta, sono discutibili e di bassa qualità. Ai tempi del mio mandato le risorse per la cultura erano pochissime, averle ridotte è stato un delitto. Tutta la città deve però cambiare mentalità e, come dico da anni, abituarsi alla cultura dell’ospitalità e del sorriso».
M. Prat.
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