Si è aperto ieri mattina, con la costituzione di parte civile dei genitori di due bambini dell’asilo in cui insegnava, il processo a carico di una maestra di scuola materna che lavora in un istituto della provincia di Como. Una vicenda che toccherà all’aula chiarire, in cui alla donna vengono contestati dalla Procura – pubblico ministero Daniela Moroni – metodi educativi ritenuti eccessivi, ripresi con le telecamere nascoste dagli uomini della Questura di Como dopo che un genitore aveva presentato denuncia. Una vicenda triste che risale alla scorsa estateI fotogrammi delle telecamere nascoste avrebbero documentato una sberla ai danni di un piccolo di 4 anni, un altro bambino preso per le orecchie e altri alunni invitati a stare fermi e muti per diverso tempo.Tre le posizioni più delicate individuate dalla Procura. Di queste, come detto, due hanno scelto ieri mattina di costituirsi parte civile nel processo dibattimentale contro la maestra. Quest’ultima, tramite il proprio avvocato, ha sempre respinto ogni accusa (non è mai stata sospesa dal servizio).La tesi difensiva ruoterebbe attorno al fatto che si sarebbe trattato di metodi di insegnamento più rigidi ma assolutamente non di maltrattamenti ai danni dei bambini.Una matassa con posizioni opposte – quella del pubblico ministero che ha chiesto il giudizio e quella della maestra – che ora toccherà al giudice sbrogliare.Il processo dibattimentale, che si è aperto ieri mattina, è stato poi rinviato al mese di novembre quando si entrerà nel vivo della questione con le prime testimonianze.
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