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Maestro Martino detta la linea per l’Expo 2015

Intitolato al grande chef lariano del XV secolo il progetto che vede testimonial CraccoIl nesso tra la cultura di un territorio e la sua tradizione culinaria è stato messo in luce da tempo. Ma di rado si è andato a fondo, si è cercato di ricostruire in modo dettagliato il profilo enogastromico di una regione arrivando persino a ipotizzare la nascita di una Accademia Internazionale di Alta Cucina, come ha fatto l’Associazione Maestro Martino insieme con l’Assessorato al Commercio, Turismo e Servizi della Regione Lombardia.Il “Progetto Maestro Martino” è pensato in vista di Expo 2015 ed è coordinato da uno chef di fama internazionale come Carlo Cracco. Tra gli obiettivi dell’iniziativa, oltre alla costituzione dell’Accademia Culinaria che avrà sede a Milano, c’è la formulazione di un vademecum per chef e gourmet che indichi un elenco di prodotti della tradizione lombarda di alta qualità e un menù di piatti tipici, la realizzazione di una guida che presenti il meglio dei prodotti locali a “chilometro zero” e la creazione di itinerari turistici e culturali che svelino mondi, tradizioni e saperi tuttora vivi e da salvaguardare.Il progetto è intitolato a un grande cuoco lariano del XV secolo, una sorta di artista della cucina che alcuni studiosi paragonano a Leonardo. Nato attorno alla metà del ’400 nella cosiddetta Valle del Blenio – cioè quella parte del Canton Ticino che è più vicina all’Italia e che allora apparteneva al Ducato di Milano e alla Diocesi di Como – Maestro Martino da Como, come recita per intero il suo nome, conobbe a Napoli la cucina catalana e quella mediorientale, lavorò alla corte degli Sforza a Milano e poi al seguito del patriarca di Aquileia, celebre per lo sfarzo dei suoi banchetti. Grazie a questo percorso professionale così vario, affinò il suo gusto e la tecnica, sperimentando ricette che all’epoca ebbero un grande successo. Maestro Martino fu inoltre l’autore del Libro de Arte Coquinaria, un caposaldo della letteratura gastronomica italiana che segna il passaggio dalla cucina medievale a quella rinascimentale. Nel volume, oltre a una serie di ricette innovative, sono presenti avveniristiche osservazioni sugli aspetti dietetici della cucina, sull’importanza del sapore delle materie prime e sulla valorizzazione del cibo del territorio.

Roberto Borghi

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