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Maltrattò 104 cuccioli di cane: a processo negoziante di Merone

La notizia più triste arriva prima dell’apertura del processo: 19 dei 104 cuccioli di cane giunti nel Comasco, in un negozio di Merone, dall’Est Europa, precisamente dall’Ungheria, sono morti per gli stenti dovuti alle angherie che avevano subìto in precedenza.Strappati alla madre troppo piccoli, senza ancora i dentini e in cerca di calore, per essere destinati a una gabbia del negozio in attesa di acquirenti. Per questa triste storia, che risale al mese di maggio del 2010, è finito

a processo il titolare di quell’attività di Merone, un 38enne commerciante chiamato a rispondere di maltrattamento di animali, frode in commercio e anche ricettazione, in quanto non si conosce l’origine dei passaporti che tra l’altro – secondo la tesi dell’accusa – non riportavano corrette indicazioni sulla data di nascita.Altre due persone coinvolte nell’inchiesta – che fu condotta dal corpo forestale dello Stato – hanno invece scelto di patteggiare. Erano i titolari di altre due attività di vendita di animali (un ambulante di Faloppio e una donna di Castelmarte) che avevano acquistato i cani dal 38enne di Merone.Ieri in aula sono sfilati tutti i testimoni del pubblico ministero Vanessa Ragazzi.Hanno parlato gli uomini del corpo forestale che avevano condotto le indagini, ma anche i veterinari dell’Enpa che visitarono i 104 cuccioli definiti «talmente piccoli da non avere ancora i denti da latte» e costretti a «cercare il calore l’uno con l’altro ammassandosi» proprio perché non ancora nell’età giusta per essere allontanati dalla madre.Ieri si è saputo, come detto, che purtroppo 19 di quei piccoli morirono di stenti per la condizione ormai compromessa dopo l’intervento del corpo forestale. L’udienza è poi stata rinviata al mese di gennaio per i consulenti tecnici e l’esame dell’imputato. La storia, come detto, risale al mese di maggio del 2010.I cani (cuccioli in alcuni casi di appena 45 giorni di vita) erano di un’età che per legge non ne consente l’importazione e furono ritrovati in gabbiette del negozio di animali di Merone (in via Valassina) gestito dall’uomo ora a processo. Animali appena arrivati dall’Ungheria, di ogni tipo di razza. Dalle più grandi come i San Bernardo, a Pincher, Labrador, West highland e Carlini. Furono sequestrati, come detto, dal corpo forestale dello Stato al termine di una indagine partita da Torino e che aveva contato sull’ausilio del comando della stazione di Asso nonché, ovviamente, sull’avallo del sostituto procuratore di turno a Como, Antonio Nalesso. Le piccole bestiole furono affidate alle cure dell’Ente nazionale protezione animali ma purtroppo per 19 su 104 non ci fu comunque niente da fare.

M.Pv.

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