Un Marcello Nicchi che ha parlato senza troppi giri di parole, con schiettezza molto toscana, alla festa per i 90 anni della sezione Aia di Como, andata in scena ieri a Erba al Castello di Casiglio. Con il presidente Matteo Garganigo a fare gli onori di casa, il presidente nazionale dei direttori di gara, è intervenuto prima al convegnoArbitri in campo e nelle scelte quotidiane: storie di uomini che decidono ogni giorno,poi nel corso della cena seguita all’incontro.
Marcello Nicchi prima di tutto si è soffermato sui fatti di violenza contro gli arbitri. «Un tarlo che rode – ha detto – I ragazzi non possono essere mandati al massacro. Negli anni abbiamo ridotto gli episodi di violenza ma non li abbiamo estirpati. Dopo un brutto episodio abbiamo bloccato le partite nel Lazio e siamo pronti, se servisse, a fermare la serie A. Ma vorrebbe dire che abbiamo perso tutti».
Poi ha fatto riferimento a un recente episodio. «Dagli attori devono arrivare esempi positivi. I ragazzini esultano come Dybala o Ronaldo, guardano ai calciatori più importanti. Cosa posso avere pensato quando ho visto Higuain, durante Milan-Juventus, tenuto fermo da 5 compagni di squadra dopo una decisione dell’arbitro?».
Nicchi con orgoglio ha poi parlato dell’associazione: «L’Aia fa cultura ed è una scuola di vita. Un fiore all’occhiello non solo in Italia ma in tutto il mondo. Il nostro è un grande”ministero” cresciuto sotto tutti i punti di vista. Purtroppo c’è chi cerca di metterci le mani o di sciupare questa bellezza. Mi chiedo perché ci sono malati di mente (ha detto proprio questo, testualmenten.d.r.) che vogliono darci fastidio. Dopo lo schifo di “calciopoli” (pure questa è una citazione testuale,n.d.r.) con il mio avvento abbiamo difeso l’autonomia tecnica. Non ci volevano nel Consiglio federale, ma ci siamo. Il commissario straordinario della Figc non voleva andarsene, ma abbiamo lottato per avere le elezioni, le abbiamo ottenute e ora c’è un presidente che, ne sono sicuro, farà bene».
Questo durante il convegno. Poi Marcello Nicchi a fine serata ha portato il suo saluto ai dirigenti della sezione Aia di Como e ai tanti arbitri di oggi e di ieri presenti. Tra loro Emilio Ostinelli, già direttore di gara in serie A, lo svizzero Francesco Bianchi, osservatore dei fischietti per conto della Uefa e il procuratore capo di Lecco Antonio Angelo Chiappani.
«Credete in questa avventura che non finisce mai – è stato il discorso conclusivo – Siate positivi e non guardate a chi porta negatività. Noi rappresentiamo la legalità, e chi non ama gli arbitri non ama la legalità. Un po’ come le persone che non amano i carabinieri perché fanno rispettare le regole. Sono stato felice di vedere tanti giovani che rappresentano il loro futuro. Spero di rivederli alla festa dei 100 anni di questa sezione fra 10 anni; magari qualcuno di loro, come spero, sarà arrivato ad alti livelli. Ricordatevi che la gente affolla i negozi in cui si trova bene; e se qui siete in tanti è perché effettivamente questa è prima di tutto una scuola di vita. Un grazie, infine, ai presidenti di sezione e al vostro, Matteo Garganigo, per l’impegno che mettono. Spesso ci segnalano problemi da risolvere, ma molto più spesso sono loro ad aiutare noi a trovare una soluzione».
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