Mariella Enoc: «Grazie a medici, infermieri e ai comaschi»

Mariella Enoc: «Grazie a medici, infermieri e ai comaschi»

Un grazie a medici e infermieri per il lavoro svolto e ai comaschi per il forte impegno solidale a favore degli ospedali. Mariella Enoc, procuratrice speciale dell’ospedale Valduce, racconta le ore d’ansia vissute al timone di una struttura che affronta l’emergenza.«Purtroppo questo mese ho dovuto rimanere lontana da Como, a Roma – dice Mariella Enoc, che è anche presidente dell’Ospedale Pediatrico “Bambin Gesù” nella capitale – Ma questo non ha diminuito la mia attenzione verso tutti i problemi che si sono dovuti affrontare. Proprio oggi (ieri, ndr) ho scritto una lettera a chi lavora in ospedale per ringraziarlo dell’impegno in una situazione per tutti molto difficile».«Certo non mancano nel lavoro quotidiano le difficoltà – si legge nella lettera – le tensioni e talvolta gli errori, ma è il momento di guardare al tanto di positivo che è stato fatto e che ancora viene fatto e che, vi assicuro, troveremo insieme il modo di non dimenticare».«C’è sempre stato un grande lavoro di squadra – dice Enoc – In pochi giorni il Valduce ha dovuto far fronte a uno sforzo eccezionale. Ci siamo resi conto che stiamo vivendo pagine di storia che non avremmo mai pensato di dover sostenere. Qui il nemico non è una malattia come le altre ma una autentica pandemia, ossia un contagio che si diffonde rapidissimo e per il quale ancora non si conoscono rimedi terapeutici, un aggressore sconosciuto su cui la scienza tuttora si interroga».«Attualmente il Valduce – prosegue Mariella Enoc – ha otto pazienti in terapia intensiva con Covid-19. Devo dire che abbiamo retto grazie alla grande professionalità dei medici che hanno saputo sempre collaborare tra loro e con il pronto soccorso che è stata l’area critica della struttura ospedaliera, come ovunque in questa epidemia. Abbiamo tutti i letti Covid occupati ora ma devo dire che la situazione comincia ad allentarsi un po’. Anche a livello manageriale è stato un banco di prova impegnativo perché nessuno poteva immaginarsi un evento del genere, con i numeri dei casi in aumento costante giorno per giorno. Ora abbiamo tre reparti tutti Covid, compresa la rianimazione, e abbiamo aperto posti anche in due sale operatorie. Confesso che c’è stato qualche momento di forte preoccupazione per determinate scorte di medicinali e mascherine, ma non siamo mai arrivati al punto di totale saturazione. Certo abbiamo dovuto sostenere qualche situazione di ansia per scorte che arrivavano al limite delle 24-30 ore di disponibilità ma non siamo mai giunti al punto da compromettere la possibilità di curare al meglio tutti i pazienti che avevamo in carico. E questo vale anche per la dotazione di mascherine».Mariella Enoc ha vissuto e gestito la situazione comasca del Valduce dal Lazio, dove non si sono mai registrati livelli di emergenza analoghi alla Lombardia. «Non posso giudicare su come è stata gestita l’emergenza lombarda, posso dire che nel Lazio si è data disponibilità a ricoverare pazienti lombardi che altrimenti non avrebbero trovato posto. Rilevo però che tutta questa emergenza che ancora stiamo vivendo è un banco di prova importante per tutta la professione medica, penso in particolare ai giovani. Ci si trova a stretto contatto con situazioni difficili da gestire anche sul piano psicologico e umano. Mi permetto ancora una volta di ringraziare i comaschi che con tanta generosità spontanea e diretta si sono mobilitati e ancora si mobilitano per la raccolta fondi coordinata dalla Fondazione Comasca. Un gesto di vicinanza che è andato oltre ogni aspettativa e che non potremo mai dimenticare. Ogni cittadino comasco è stato partecipe di questa avventura accanto a medici e infermieri».