Lo scrittore Mario Biondi ha appena pubblicato su Facebook una foto che lo ritrae bambino e la storia che racconta merita di essere riferita. “L’anno peggiore della nostra vita? Il 2021? – si chiede lo scrittore comasco – Che dire: guardate questa foto del settembre 1943… La mamma sta fingendo di fotografarmi. Cioè, lo sta materialmente facendo, ma è una copertura (io ovviamente, a 4 anni, non lo so). In realtà siamo appostati nei pressi della rete di cinta del campo di concentramento di Fossoli dove mio padre è rinchiuso. È il settembre del ’43, mio padre, militare di stanza come interprete di lingua inglese in quel campo di concentramento di prigionieri di guerra, si è rifiutato di aderire alla RSI, quindi è diventato lui stesso prigioniero dei tedeschi subito accorsi a dar man forte agli alleati fascisti: è in attesa di essere spedito in Germania. La mamma mi ha coraggiosamente portato lì, fingendo un’innocente passeggiatina con foto, nel tentativo di contattarlo attraverso la rete del campo. Ma quella che si vede sullo sfondo è una camionetta di SS, che sono piombate lì spianando lo Sten e ci hanno scacciato urlando minacciosamente. Ecco, io quel 1943 l’ho trovato molto peggio. Per fortuna il papà è riuscito avventurosamente a evadere e ci ha portato in salvo a Como… Ma poi è venuto il 1944…”.
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