Quattro mesi dopo la comunità di Cabiate potrà dare l’ultimo saluto alla piccola Sharon e stringersi alla famiglia che tanto dolore ha dovuto sopportare in questo maledetto 2021. La piccola, di appena un anno e mezzo, l’11 gennaio scorso era morta per mano – secondo la tesi del pubblico ministero Antonia Pavan – dell’ex compagno della madre. Decesso sopraggiunto – secondo quanto stabilito dall’autopsia – in seguito alle gravi ferite e violenze subìte mentre la piccola trascorreva il pomeriggio con l’unico sospettato, Gabriel Robert Marincat, 25enne di origine rumena.In queste ore dalla Procura è arrivato il nulla osta per le esequie, che erano state “bloccate” per la necessità di approfonditi esami autoptici eseguiti a Bergamo, dove la piccola era stata portata d’urgenza in elicottero nel tentativo di salvarle la vita. I funerali, anche se l’ufficialità manca ancora, si dovrebbero svolgere esattamente a quattro mesi di distanza da quel tragico giorno, l’11 maggio (martedì) alla mattina. Le esequie saranno ospitate dalla chiesta di Santa Maria Nascente, nella foto, a Cabiate.Il fascicolo intanto – con l’acquisizione dell’esame autoptico – si avvia alla definizione. L’ipotesi di reato contestata è stata modificata, passando da morte come conseguenza di maltrattamenti in famiglia al più grave omicidio volontario, sempre aggravato dalla violenza sessuale nei confronti di una bambina. Marincat era il compagno della mamma della piccola e a lui la donna aveva affidato la figlia per quel pomeriggio. Il 25enne disse che Sharon, mentre giocava, tirò il cavo di una stufetta che era su una scarpiera, venendone travolta. Secondo l’accusa invece l’avrebbe picchiata e maltrattata ripetutamente. La svolta su quello che era apparso come un tragico incidente domestico era partita dopo che i primi riscontri dell’autopsia evidenziarono segni inequivocabilmente riconducibili a maltrattamenti e anche ad abusi sessuali.
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