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“Max Museo” di Chiasso, apertura a Capodanno nel segno di Dudovich

La mostraMarcello Dudovich (1878-1962) fotografia fra arte e passione, allestita al M.a.x. Museo di via Dante a Chiasso fino al 16 febbraio è aperta anche a Capodanno e propone nei prossimi giorni due appuntamenti. Si tratta della visita guidata gratuita per l’Epifania (lunedì 6 gennaio 2020) e del secondo laboratorio didattico (sabato 11 gennaio 2020). La mostra è dedicata alla produzione artistica del grande maestro Marcello Dudovich (1878-1962). Triestino di nascita e internazionale per vocazione ebbe una vita travagliata articolata in vari periodi che lo videro residente a Bologna, Genova, Torino, Monaco, Parigi, Londra, Montecarlo e Milano. Illustratore e cartellonista di successo “spesso d’avanguardia ma mai di rottura” – come è stato detto- fu un assoluto innovatore e costituisce uno dei riferimenti più importanti nella storia del manifesto. Si ricordano a questo proposito i coinvolgenti manifesti per i magazzini Mele di Napoli, per Borsalino, la Rinascente di Milano, Campari, Martini, Agfa film, Pirelli, solo per citarne alcuni. Grande appassionato di fotografia Marcello Dudovich usò molto il riferimento visivo dell’immagine fotografica ma sempre in maniera concettuale, egli stesso scattava immagini per studi di stesura dei suoi cartelloni, oppure utilizzava fotografie scattate da familiari o altri celebri fotografi. Nella mostra sono esposte più di duecento fotografie inedite provenienti da collezioni private (1200 visibili su monitor) messe in rapporto agli schizzi, bozzetti acquerellati preparatori alla stesura dei suoi meravigliosi manifesti, di cui una trentina sono anche esposti. Di grande interesse è anche il confronto con il suo maestro cartellonista in Ricordi: Leopoldo Metlicoviz, di cui sono esposte in mostra una ventina di fotografie inedite. Correda l’esposizione un importante apparato di documenti fra cui lettere autografe di Marcello Dudovich, cartoline, copertine di riviste fra cui si cita La Lettura (mensile del Corriere della sera; dal 1901), Ars et labor (Milano; 1906), Donna (1919 – 1929) e in particolare Simplicissimus (Monaco; 1911-1915) con i relativi splendidi bozzetti inediti provenienti dalla Graphische Sammlung di Monaco. Non manca il riferimento al cinema muto e alle dive dell’epoca, fascino a cui era soggetto l’artista triestino che si cimentò anche per un breve periodo come regista. L’esposizione vanta una fitta rete di istituzioni prestatrici e di privati collezionisti che hanno permesso di raggiungere nella sua complessità del tema oltre i 300 pezzi visibili in mostra. L’esposizione gode del Patrocinio del Consolato Generale d’Italia di Lugano. Info suwww.centroculturalechiasso.ch.

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