Trentacinque cinesi, tutti commercianti e attivi in mezza Italia (soprattutto in Lombardia e a Prato), sono a processo di fronte al giudice dell’udienza preliminare di Como per una serie di contestazioni legate a presunte false fatture per operazioni ritenute inesistenti create «al solo fine di evadere le imposte sui redditi e l’Iva».L’imponibile non dichiarato sfiorerebbe i 2 milioni di euro. Sarebbero poco meno di 250 le false fatture emesse da una impresa individuale di Mariano Comense che sarebbero servite ad abbattere gli utili di tutte le altre attività commerciali, sparse tra le province di Milano, Roma, Firenze, Brescia, Padova, Cagliari, Frosinone, Mantova, Genova, Grosseto, Pistoia, Empoli, Treviso e Modena. L’indagine della guardia di Finanza di Erba (pm Mariano Fadda) è arrivata in aula nelle scorse ore con ben 35 imputati, tutti cinesi. L’udienza è stata poi riaggiornata al 22 novembre per un problema legato alle notifiche degli atti.
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