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Meno alunni, addio autonomia. Il Volta verso la fusione con il Ciceri

Dal prossimo anno reggente D’Antonio, che dirige in via CarducciSe non è addio, poco ci manca. La strada sembra segnata: lo storico liceo classico Alessandro Volta di via Cesare Cantù, considerato fucina della classe dirigente del Lario, si avvia, suo malgrado, verso un accorpamento. Rischia di perdere l’autonomia per una manciata di alunni. A maggio era scoppiata la polemica: centinaia di

ex alunni, guidati dall’ex preside del liceo, Bruno Saladino – e sostenuti anche dall’assessore al Patrimonio Marcello Iantorno e in una “cordata” dal sapore bipartisan anche dalla moglie dell’ex sindaco Stefano Bruni, Raffaella Di Paola, docente proprio al liceo Volta – avevano firmato per chiedere che il Volta mantenesse una propria autonomia.Ma per il ministero dell’Istruzione e i suoi distaccamenti, il liceo di via Cesare Cantù a Como soffre di mancanza di alunni, ossia è sottodimensionato: in altre parole, il numero di studenti è troppo basso. Sono 12 studenti in meno rispetto ai 600 previsti per legge. Le scuole con pochi alunni, dice la legge, vanno accorpate. Perciò per il Volta si era aperta l’ipotesi di accorpamento con il liceo Teresa Ciceri nella vicina via Carducci. Ipotesi che, da oggi, diventa più concreta. L’Ufficio scolastico regionale ha pubblicato infatti l’elenco dei presidi reggenti per il prossimo anno. Risulta che il “Volta” non solo perde il preside titolare in favore di un reggente, ma che il reggente in questione è Nicola D’Antonio, dirigente proprio del liceo “Ciceri”. La scuola cittadina che potrebbe “inglobare” il glorioso Volta.La motivazione della reggenza che tanti scudi fece levare nel mondo della cultura comasca è sempre la stessa: pochi alunni a disposizione nelle aule. Alla voce “note”, nell’elenco delle reggenze, l’ufficio scolastico regionale scrive a fianco del liceo Volta la fatidica definizione di “sede sottodimensionata”.Per l’anno scolastico 2013-2014 ormai alle porte, quindi, il liceo classico comasco verrà guidato da un preside reggente.«Se l’anno prossimo le iscrizioni al “Volta” riprendessero quota – commenta Claudio Merletti, provveditore agli Studi di Como – la scuola recupererebbe piena autonomia e il problema sarebbe risolto». Se questo non dovesse accadere, secondo Merletti la soluzione migliore sarebbe un accorpamento nel 2014-2015, e un progetto di rilancio per il “Volta”.«La difesa sulla carta non serve a molto – conclude il dirigente dell’Ufficio Scolastico di Como – purtroppo una raccolta di firme non convince i genitori a iscrivere i figli a una determinata scuola. Per risollevare il “Volta” serve un piano di valorizzazione profondo e mirato».«Perdere la titolarità di presidenza e segreteria è risultato della legge che non ammette deroghe di sorta – aggiunge da parte sua l’ex preside Bruno Saladino – L’accorpamento con un’altra scuola è inevitabile se perdurasse o peggio si accentuasse l’emorragia di studenti. Il risultato sarebbe un danno d’immagine disastroso: la scuola perderebbe la sua autonomia e il suo nome e diventerebbe parte di un altro istituto, il Ciceri nella fattispecie. E che la diminuzione di iscrizioni sia un fatto lo spiega un dato: i maturati usciti lo scorso anno difficilmente vengono compensati dai ragazzi e dalle ragazze iscritti alla quarta ginnasio quest’anno. Così, ahimè, il Volta è destinato a sparire».Ma l’offerta formativa rimarrà. «Certo – spiega Saladino – ma diventerebbe un mero ramo di un albero multidisciplinare come è già oggi nei fatti il Teresa Ciceri, dove c’è anche il liceo musicale. Con un preside che dirige a scavalco il classico prima autonomo. Peraltro c’è un vantaggio, in tale situazione. D’Antonio non viene dall’Iperuranio, ha fatto il professore al Volta dove ha insegnato filosofia prima di passare a preside. Insomma è un po’ una gestione in famiglia, anche per la vicinanza territoriale: deve solo attraversare la strada ».Va detto che un istituto su tre in provincia di Como è guidato da un reggente, dato che il concorso lombardo per i dirigenti è di fatto bloccato da una marea di ricorsi e per il momento non vengono nominati nuovi presidi.

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