Rinviato a giudizio. Ha quindi scelto di difendersi in un pubblico dibattimento, senza riti alternativi. Si tratta del 33enne di origine turca, residente a Porlezza, accusato dalla Procura di Como di aver «cagionato la morte» di Nicolas Nardiello, quale «conseguenza non voluta». In sostanza, secondo il pm Antonio Nalesso, il ragazzo avrebbe ceduto due dosi di cocaina, droga che avrebbe causato nella vittima «una intossicazione acuta» e un conseguente «delirio eccitatorio» che l’aveva portato a mettere in pratica «comportamenti agitati» culminati con lo scavalcare una recinzione in via per Cardano a Bene Lario precipitando poi in un giardino sottostante. Caduta che ne causò la morte. Nicolas Nardiello fu trovato, coperto dalla neve che quella notte era caduta, il mezzogiorno successivo dai padroni di casa. Ieri si è tenuta l’udienza preliminare. L’avvocato che assiste il 33enne, Emanuele Rosapinta, non ha presentato istanze alternative decidendo di difendersi in giudizio nell’udienza che è stata fissata nel marzo del 2020.Secondo la tesi difensiva non sarebbe provato che il turco era uno spacciatore, ed inoltre le cause dell’accaduto sarebbero da ricercare non nell’assunzione di cocaina, ma ad un complesso di altre concause che avevano già in precedenza turbato la vittima.
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