Movida e Coronavirus, c’è chi ha già chiuso le piazze e le zone del divertimento e chi sta seriamente pensando di farlo già a partire dal prossimo weekend. Così, se a Brescia si è immediatamente intervenuti con limitazioni drastiche agli orari dei bar – tutti a dormire alle 21.30 – dopo aver osservato venerdì scorso orde di giovani assetati e desiderosi di affogare il Covid-19 in un cocktail, nella vicina Varese è invece stato dato un ultimatum agli esercenti.«O viene realizzato, d’intesa con il Comune, un piano dettagliato capace di circoscrivere l’afflusso dei giovani e garantire così la sicurezza, oppure dalla prossima settimana si potrebbe anche prevedere la chiusura alle 22 delle aree con i locali frequentati dai più giovani – interviene il sindaco di Varese, Davide Galimberti – Ovviamente stiamo collaborando con baristi ed esercenti perchè è interesse e bene comune di tutti riuscire a ripartire nel migliore dei modi e tutti insieme. Ma non possiamo in alcun modo mettere a repentaglio la sicurezza generale. Purtroppo abbiamo assistito a situazioni potenzialmente rischiose in queste ultime giornate».E a Como? Per ora si riflette in silenzio. Non perchè in centro, sul lungolago e nei tradizionali luoghi della movida non si sia vista gente a spasso, nel weekend appena passato, anzi. Ma per ora da Palazzo Cernezzi non arrivano prese di posizione nette. Quello che si sa per certo è che la polizia locale era ovviamente schierata in città per controllare e sanzionare.Altro fatto certo è che nella giornata di ieri si è svolta una riunione alla quale hanno partecipato il sindaco Mario Landriscina, l’assessore alla Sicurezza Elena Negretti e il comandante della polizia locale Donatello Ghezzo proprio sul tema, ma nulla è stato deciso, almeno per ora. «Stiamo facendo una ricognizione con altri sindaci sia del Comasco sia di altri capoluoghi di provincia – ha spiegato l’assessore Negretti – Vogliamo trovare una linea comune perché i problemi non vanno spostati da un territorio all’altro ma bisogna lavorare insieme e trovare delle soluzioni». In particolare si guarda ai più giovani che spesso si trovano in gruppo non necessariamente fuori da un locale. Ieri mattina il confronto è iniziato dalla polizia locale e dal lavoro svolto in questi giorni.«È evidente che serve responsabilità e collaborazione da parte dei cittadini perché le forze dell’ordine non possono essere ovunque», aggiunge sempre l’assessore Negretti che ricorda a tutti, giovani compresi, che nessuno è immune dal virus e che proteggere se stessi e gli altri è fondamentale in questo momento e per questo non si esclude anche una campagna di sensibilizzazione.Nelle prossime ore, probabilmente già oggi, dal Comune di Como si dovrebbe comunque arrivare a definire una strategia comune per cercare di evitare situazioni potenzialmente pericolose. Inoltre la volontà sembra essere anche quella di analizzare l’andamento del contagio, consultando i dati più recenti sulla diffusione del virus per poter compiere così una valutazione precisa.
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