Crescono i visitatori complessivi negli spazi museali di Como grazie a un contenitore bello ma vuoto, ossia Villa Olmo in via Cantoni. Migliora leggermente la salute del malato piu grave in termini di ospiti ossia la Pinacoteca, il Tempio Voltiano paga pegno per la parziale chiusura (sono in arrivo i lavori per la riapertura del piano superiore) e calano i visitatori al Museo Giovio causa accessiblità ridotta.Ecco il sintetico identikit del pubblico in visita alle collezioni civiche del capoluogo, le cui domeniche di aperture gratis, va ricordato, dall’anno scorso in via sperimentale non coincidono con la campagna del ministero ma vengono declinate secondo festività locali.
Dati che vanno interpretati: bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno? C’è da brindare sia pur con cautela stando a Palazzo Cernezzi e ai numeri diffusi:«Gli ingressi – si legge nella nota pubblicata ieri – sono stati nella loro totalità 112.300, rispetto agli 87 mila del 2018 e ai 73 mila del 2017».
Ma Villa Olmo non ha giocato altro ruolo se non quello di attrazione monumentale, dato che non è sede di mostre ed è in cerca d’autore (con una fondazione pubblico-privata che ne gestirà il compendio, ma se tutto va bene dall’anno prossimo).Andiamo avanti con i dati: in crescita come detto gli accessi in Pinacoteca (10.647) e appunto a Villa Olmo (75.930). In leggera flessione, rispetto all’anno precedente, i dati relativi a Museo Giovio (9.801), Tempio Voltiano (22.641) e Porta Pretoria ossia l’accesso alla città romana (641), «penalizzati da chiusure per manutenzioni straordinarie dovute ad agenti atmosferici avversi (Tempio Voltiano e Porta) e ridotta accessibilità per ragioni di sicurezza (Museo Giovio)».I visitatori sono più che raddoppiati rispetto al 2018 a Villa Olmo. Il Comune ricorda che «il complesso è stato scenario di alcuni eventi, anche privati e di rilievo internazionale, che sono risultati di grande impatto promozionale, non solo della città di Como, ma del Lago di Como (vedi sfilata di Guess)».«Incoraggiante il trend positivo di presenze – afferma l’assessore alla Cultura Carola Gentilini – ma innegabili alcune criticità da affrontare in modo deciso. Ad esempio l’intervento di manutenzione e valorizzazione del Museo Giovio e del Tempio Voltiano, ormai non procrastinabili».«Dobbiamo far capire – aggiunge l’assessore – che Como ha musei e collezioni stupende. C’è tanto lavoro da fare per metterli in evidenza, questo sì». Ma a Villa Olmo il pubblico trova sale vuote.«Ma c’è comunque un monumento da valorizzare come bene culturale in sè. Non intendiamo aspettare che parta la fondazione che ne gestirà le mostre, e che dovrebbe agire in partnership con la nostra rete museale. Occorre far capire sempre più a comaschi e turisti che Villa Olmo merita visite guidate continuative oltre a quelle che meritoriamente propongono le guide turistiche. Merita una comunicazione integrata, multimediale, un museo virtuale che la racconti sala per sala. E poi è necessario far conoscere a chi visita la villa, che è decentrata rispetto al circuito museale, le nostre collezioni. Quanti americani che visitano in massa Como, per non dire quanti residenti, sanno che abbiamo, e fa parte della collezione allestita da Paolo Giovio in Pinacoteca, uno dei ritratti più attendibili di Cristoforo Colombo? C’è tanto lavoro da fare insomma».
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