Un anno tra i più difficili, con la riapertura ritardata di due mesi a causa dell’emergenza per il Covid e le difficoltà per viaggiare, che hanno fatto diminuire notevolmente l’afflusso di visitatori dall’estero. Non è stato un 2021 facile per il Museo del Ciclismo del Ghisallo, che ieri ha chiuso i battenti per la consueta pausa invernale. La riapertura è fissata per il primo fine settimana del mese di marzo del 2022.Presto saranno disponibili i dati ufficiali relativi alle visite, con tutti i numeri. Ma, come detto, la struttura ha risentito pesantemente per la mancanza, per buona parte dell’anno, di ospiti di altri Paesi. In situazioni di normalità, infatti, gli utenti esteri erano praticamente il 50% dei frequentatori.Ma in cima al Colle sacro ai ciclisti nessuno si è pianto addosso e nei limiti delle possibilità – i confini sono stati stabiliti dai protocolli anti-Covid – è stato portato avanti il progetto di Fiorenzo Magni, l’uomo che più di tutti si battè per arrivare alla inaugurazione della struttura, avvenuta nel 2006.Un lavoro continuo, quello del presidente della Fondazione Museo Antonio Molteni, affiancato dalla direttrice Carola Gentilini e da uno staff di instancabili e motivati collaboratori.Tutti hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo, superando anche la delusione di giornate in cui poche persone hanno fatto capolino nei locali che ospitano i cimeli della storia del ciclismo, con la “chicca” della collezione di maglie rosa, la più importante ed esclusiva al mondo.Allo stesso tempo, vengono ricordate con piacere le giornate vicine al Giro di Lombardia, quando è stato invece difficile gestire la folla che dall’Italia e da altri Paesi ha raggiunto il Ghisallo che, non va dimenticato e un luogo la cui fama va ben oltre i nostri confini nazionali.Non sono mancati, come da tradizione, grandi firme del ciclismo che sono passate per un saluto. Ancora problematico organizzare, infatti, eventi con folto pubblico, con “selfie”, sedute di autografi e il consueto pacifico assalto degli appassionati (indimenticate, in tempi pre-Covid, le giornate con icone dello sport del pedale come Vincenzo Nibali ed Eddy Merckx).Le presenze sono state “spot”, con toccate a fuga comunque graditissime, con autografi e foto con i tifosi che, mentre visitavano la struttura, in quel momento si sono trovati faccia a faccia con volti noti del ciclismo.Tra i personaggi che si sono visti nel 2021, Gianni Bugno, Gianni Motta, Gianbattista Baronchelli, Riccardo Magrini, Stefano Allocchio, Davide Orrico e Lorenzo Fortunato. Quest’ultimo, vincitore della tappa del Giro d’Italia allo Zoncolan, è bolognese di origine, ma vive per buona parte dell’anno a Erba, dove si trova la fidanzata Veronica. Salito per una visita che doveva durare pochi minuti, Lorenzo si è appassionato di fronte ad ogni cimelio e di tutto ha voluto conoscere la storia. Corridore della Eolo-Kometa di Alberto Contador e Ivan Basso, si è fatto fotografare con le loro maglie rosa (nell’immagine) e ha mandato l’immagine ai suoi manager, che hanno decisamente apprezzato il pensiero.Tra le manifestazioni proposte, una serie di filmati dedicati al ciclismo e ai suoi “grandi”, con l’accompagnamento “live” della musicista Rossella Spinosa.Il Museo ha anche ospitato la consegna dei riconoscimenti del Premio Vincenzo Torriani, con i trofei andati al conduttore “Linus”, al giornalista Pier Augusto Stagi, all’ex ciclista Dino Zandegù e a Peter Sagan.Delusione per la mancanza di quest’ultimo, costretto dalla sua squadra a prendere parte ad un evento in Germania; al suo posto il manager Giovanni Lombardi, campione olimpico nel 1992 a Barcellona nella corsa a punti.Lo stesso Museo è stato, pochi giorni fa, la base della “Ciclostorica”, una manifestazione “vintage” e ha celebrato i suoi primi 15 anni di vita, con una cerimonia a cui ha preso parte il nipote di Learco Guerra, che ha portato la maglia iridata conquistata dall’illustre antenato nel 1931 in Danimarca. Una particolarità: in quella edizione (unica volta nella storia) il titolo fu assegnato con una prova a cronometro.Non sono mancate mostre, con la staffetta tra il tributo a Fiorenzo Magni (con cui si è aperta la stagione) e quello a Vincenzo Torriani (storico organizzatore delle corse ciclistiche tricolori) che va a terminare oggi.Museo chiuso fino a marzo del 2022, ma lavoro che continuerà fin dai prossimi giorni. Proprio nelle scorse settimane è arrivata una cospicua donazione di maglie originali di grandi corridori degli anni ‘90 e della prima parte di questo secolo. E non mancano importanti ciclisti che hanno annunciato di voler regalare presto ulteriori cimeli. Una struttura che, come da tradizione, continua a rinnovarsi, con la speranza che la prossima stagione possa avere meno turbolenze e più certezze.
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