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Museo della Seta alla Santarella, «ipotesi su cui ragionare»

Il futuro dell’ex centrale termica della TicosaIl presidente della Camera di Commercio: «Edificio splendido da destinare a fini culturali»Per ora è soltanto un’idea allo stato primordiale, ma ridare vita alla Santarella trasformandola in Museo della Seta, trasferendo nella ex centrale termica della Ticosa i telai e gli altri macchinari tessili oggi custoditi in via Castelnuovo, sarebbe «una grande cosa, un’ipotesi su cui vale la pena ragionare». È l’opinione di Paolo De Santis, il presidente della Camera di Commercio lariana che l’altro ieri ha condotto Luciano Guggiari, presidente del Museo didattico della Seta di via Castelnuovo

, all’interno della Santarella.«Un sopralluogo – spiega la stesso De Santis – che abbiamo voluto fare per capire gli spazi interni e la struttura di questo storico edificio, che tutti conoscono dall’esterno».Lo spostamento, nella ex centrale termica della tintostamperia Ticosa, del ricco patrimonio di macchinari e documenti oggi conservati nel museo di via Castelnuovo è stato ipotizzato per la prima volta in una tesi di laurea in Architettura. L’edificio, l’unico dell’area Ticosa a non essere stato abbattuto nel 2007 perché vincolato dalla Soprintendenza per i Beni architettonici della Lombardia, venne eretto all’inizio del ’900 e prende il nome del suo progettista, l’ingegnere Luigi Santarella.Al momento, come detto, si tratta soltanto di un’ipotesi, visto che non vi sono nè progetti nè finanziamenti. Un’ipotesi che il sindaco del capoluogo, Mario Lucini, ha definito «interessante», ma sulla quale «occorre essere prudenti perché siamo ben lontani dalla chiusura dei lavori in Ticosa. In ogni caso, qualunque progetto deve essere ben contestualizzato nell’ambito del futuro assetto dell’intera area di via Grandi».Per veder nascere un Museo della Seta nell’area prima occupata da una delle industrie che fecero la storia della produzione serica lariana, la Ticosa appunto, secondo De Santis bisognerebbe «concentrare le forze, come del resto stiamo facendo per molte altre iniziative a sostegno del territorio, anche se non si tratta di una sfida semplice».Resta il fatto che la Santarella è una struttura che andrebbe valorizzata in campo culturale e il Museo della Seta è solo una delle possibili opzioni. «È un edificio splendido da destinare a scopi culturali, visto anche il contesto in cui si trova, a ridosso della Basilica di Sant’Abbondio e dell’Università dell’Insubria – sottolinea il presidente della Camera di Commercio – Sarebbe straordinario ridare vita alla Santarella, sarebbe un’altra carta che Como potrebbe giocare in ambito turistico. Resta da capire su quale progetto puntare e quali sono le intenzioni del Comune, ente proprietario dell’edificio».

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