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Nacque prematura e morì dopo un anno. A processo il padre

Como – L’uomo è accusato delle botte alla compagna che portarono al parto anticipato

(m.pv.) Piange, la mamma, mentre racconta la propria storia davanti ai giudici del collegio del Tribunale di Como. Una vicenda drammatica, fatta di botte e maltrattamenti da parte del convivente che la costrinsero a un parto prematuro alla 23ª settimana di gestazione.La bimba, nata di appena 480 grammi, morì dopo 13 mesi di stenti.Per quel dramma è finito a processo il papà, un 35enne dello Sri Lanka che nel frattempo è scomparso nel nulla, prima in Svizzera, e poi forse tornato

in patria. L’uomo, contumace e rappresentato solo dal suo legale Fabiana Ronzoni, deve rispondere di una serie di reati: i maltrattamenti, le lesioni personali e la «morte come conseguenza di altro delitto».I fatti risalgono al 2008. Il 25 settembre nacque la piccola prematura che poi morì – nonostante le affettuose cure prestate dai medici della patologia neonatale del Sant’Anna – l’11 dicembre dell’anno successivo. Ieri la madre, provata e in lacrime (affiancata dagli avvocati Miriam Antonaci, Jacopo Maioli e Andrea Oliva), ha raccontato il proprio dramma ricordando episodi in cui fu vittima dei pestaggi del compagno.«Mi ricordo in una occasione in cui, incinta, comprai solo due bottiglie d’acqua perché di più pesavano – ha detto la donna, anche lei dello Sri Lanka e dal 2007 a Como – Mi picchiò perché disse che erano troppo poche e che volevo bere solo io». In un’altra occasione le botte arrivarono perché all’una di notte non aveva preparato la cena per l’uomo che era rincasato a quell’ora.Agghiacciante quello che avvenne il 24 settembre 2008, la sera prima della nascita della piccola, in cui fu fatta dormire sul pianerottolo dopo essere stata picchiata e nonostante stesse iniziando ad avere perdite. Tanto che la mattina successiva fu una vicina di casa a portarla al pronto soccorso dell’ospedale. In aula, davanti al collegio del Tribunale di Como, presieduto da Valeria Costi, hanno parlato anche i consulenti della Procura che hanno confermato come la nascita prematura sia stata causata dal forte stress fisico ed emotivo e che da subito si sia intuito come le possibilità di sopravvivenza della neonata fossero ampiamente compromesse. L’udienza è poi stata rinviata al 10 aprile.

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