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Nasce Confindustria Radio-Televisione. Maurizio Giunco eletto al vertice

Il futuro del piccolo schermoL’imprenditore lariano vicepresidente in rappresentanza delle piccole e medie emittentiL’editoria radiotelevisiva italiana raduna le forze e lancia una sfida senza precedenti alla crisi che sta attanagliando il settore. A Roma, l’altroieri, si è chiusa la prima assemblea di Confindustria Radio Televisioni, associazione costituita nel mese di giugno tra i maggiori player del comparto: Rai, Mediaset, Sky, La 7, Telecom Italia Media e Frt Tv locali.Per la prima volta, le principali aziende radiotelevisive italiane sono riunite in un unico organismo. Dal servizio pubblico, agli

operatori privati nazionali, alle piccole e medie imprese attive sul territorio, il mondo della radio-tv ha un tavolo attorno al quale discutere i suoi problemi e trovare le necessarie soluzioni.Allo stato attuale, alla neonata Confindustria del piccolo schermo aderisce la quasi totalità del mercato televisivo italiano.Con l’assemblea di Roma, alla quale hanno partecipato sia la presidente del consiglio di amministrazione della Rai, Anna Maria Tarantola, sia il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, l’associazione si è data anche una stabile organizzazione nominando i suoi vertici. È stato eletto presidente Rodolfo De Laurentiis, già deputato Udc e attualmente consigliere di amministrazione del servizio pubblico. Alla vicepresidenza sono stati indicati Emilio Carelli, già direttore delle news di Sky; Vincenzo Prochilo, direttore del settore regolamentazione e adempimenti istituzionali di Mediaset; e il comasco Maurizio Giunco, presidente dei cda di Corriere di Como ed Etv, che in Confindustria rappresenterà la piccola e media industria televisiva.«Il nostro obiettivo – ha detto De Laurentiis – è lavorare per la tutela e la valorizzazione dell’industria audiovisiva italiana, in una fase di grande trasformazione del mercato segnato come non mai dalle sfide poste dall’innovazione tecnologica».Sfide che, lette in controluce, testimoniano un momento difficilissimo per il comparto produttivo radiotelevisivo.La conferma giunge anche dalle considerazioni di Maurizio Giunco il quale, a proposito della nuova associazione confindustriale, parla di «un evento necessario» .Spiega infatti il numero uno di Etv: «La trasformazione stava nelle cose e segue il processo di digitalizzazione che ha aperto nuove frontiere al mercato. Oggi facciamo i conti con una grande crisi che investe in modo particolare il nostro Paese. L’Italia stenta, come sappiamo, a trovare la via d’uscita da questa situazione difficile e in qualche misura persino incancrenita. C’era, e concreta, la necessità che le grandi aziende e le piccole e medie imprese che hanno fatto la storia della tv in Italia trovassero un terreno comune di discussione e intesa».La televisione, dice ancora Giunco, «è un comparto industriale tra i più veloci e snelli ad assorbire i cambiamenti, essendo un settore sostanzialmente iper-tecnologico. Confindustria Radio Tv rappresenta l’89% del fatturato italiano del settore e praticamente tutti i player che hanno fatto la storia del piccolo schermo in Italia». Per la prima volta, ed è questa una novità assoluta, la Rai partecipa a un tavolo con gli attori privati. Un fatto che l’imprenditore lariano giudica molto positivamente.«Anche il servizio pubblico – dice Maurizio Giunco – sente sostanzialmente la necessità di parlare non soltanto in Italia, ma pure in Europa, con una voce unica. Sostenendo cioè rivendicazioni unitarie».Per le piccole e medie imprese, Confindustria Radio Tv è altrettanto importante e significativa.«La digitalizzazione e una serie di scelte politiche e applicative errate hanno creato una situazione insostenibile. Sui nostri televisori ci sono circa 3.500 canali. Un numero intollerabile per un settore come quello televisivo locale italiano. In realtà, nessun tipo di settore di comunicazione potrebbe sopravvivere a 3.500 offerte diverse e contemporanee. Soprattutto di fronte a una crisi come quella che viviamo. Per questo chiediamo con forza una revisione complessiva del sistema radiotelevisivo locale».

Da. C.

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