Condanne da sei a dieci anni per ventuno delle persone accusate di essere affiliate al clan della ’ndrangheta che fa capo alla famiglia Muscatello di Mariano Comense. Il 21 dicembre scorso è stata pronunciata la sentenza di primo grado, resa nota però solo ieri. Il processo con rito abbreviato, che si è concluso con le condanne, è relativo all’indagine “Crociata” dei carabinieri del nucleo investigativo di Monza. L’operazione era sfociata nel febbraio scorso nell’arresto di 27 persone, delle quali 11 sarebbero state associate al clan dei Muscatello. Le persone coinvolte erano accusate a vario titolo di associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, usura, estorsione e rapina. L’indagine ruotava attorno al boss ultraottantenne Salvatore Muscatello, ai vertici della locale di Mariano Comense. Tra le persone condannate dal Tribunale di Milano compaiono il figlio e il nipote del boss, Domenico e Ludovico Muscatello, ai quali è stata inflitta una pena di dieci anni di reclusione. L’inchiesta aveva portato alla luce gli screzi fra il vecchio capo, Salvatore Muscatello appunto, e la sua famiglia da una parte, e dall’altra Francesco Salvatore Medici, che sembra volesse maggiore autonomia.
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