Il caso storico di GravedonaLa notizia di un importante ritrovamento ha messo in subbuglio, poco più di un mese fa, gli appassionati di subacquea lariani. I sommozzatori dei vigili del fuoco, in addestramento a Gravedona, hanno individuato il 25 novembre i resti della motobarca silurante Mas, inabissatasi nel 1918 durante un collaudo, e della batisfera Kalin, affondata due anni dopo nel tentativo di recuperare l’imbarcazione.I relitti sono stati scoperti a circa 300 metri dalla riva, a una profondità di 135 metri.
È un ritrovamento di grande valenza storica. Era il 17 aprile 1918 quando durante un collaudo della barca motosilurante Mas, forse per un guasto o forse a causa di un incendio, il battello affondò a poche centinaia di metri dalla riva di Gravedona. Nell’incidente morì il meccanico Giovanni Godi, che rimase intrappolato nella barca. Due anni dopo, il 24 novembre 1920, la batisfera Kalin – dal nome del suo ideatore – tentò il recupero del Mas. A bordo della capsula c’era il giovane Riccardo Schena. Una volta arrivata sul fondo del lago, però, la capsula, per cause mai accertate, imbarcò acqua. Il cavo metallico a cui il mezzo era assicurato per permetterne il recupero si spezzò e la batisfera rimase sepolta nel Lario. Da allora, i relitti (tombe per le vittime) sono rimasti sul fondo del lago. All’operazione che ha portato a individuarli e fotografarli hanno partecipato i nuclei specializzati di Milano, Roma, Reggio Calabria e Cagliari. A Gravedona, i sommozzatori hanno lavorato con il robot “Perseo”. Il 2012 sarà l’anno decisivo per sondare la possibilità tecnica e finanziaria di un recupero.
Lorenzo Morandotti
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