Il 12 agosto del 2000 il sottomarino russo K-141 Kursk affondò nel mare di Barents, a Nord della Russia. Morirono tutti i 118 membri dell’equipaggio, la maggior parte poco dopo l’esplosione, mentre almeno 23 tra ufficiali e marinai riuscirono a rifugiarsi nella parte posteriore dello scafo per alcune ore fino a quando anche questi, una volta finito l’ossigeno, si dovettero arrendere al destino. Per 48 ore il governo russo non spiegò l’accaduto. I tentativi di salvataggio furono tardivi e purtroppo vani. Fu una tragedia che sconvolse tutto il mondo ed un episodio indelebile nella memoria di tutti. “Noi nel 2000 – dicono i ticinesi Vad Vuc -muovevamo i nostri primi passi artistici. A distanza di 20 anni ci troviamo nel mezzo di una pandemia che a sua volta sta soffocando il mondo intero”. Ecco il motivo per cui hanno appena lanciato la nuova canzone intitolata “Kursk”: “Con questo brano vogliamo rendere omaggio a tutti quelli che, come i ragazzi del Kursk e come i tanti migranti che non ce l’hanno fatta, sono aggrappati ai ricordi che lasciano senza respiro. Quel respiro che ora, sfiniti, manca davvero”. “Il brano – spiega la band – è stato scritto ed arrangiato in questo periodo di emergenza ed è stato registrato da ognuno di noi con una strumentazione, tecnica e musicale, di necessità e totale circostanza. Ci piaceva l’idea di pubblicareKurskin questo modo, diretto ed immediato, e così abbiamo fatto”.
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