«Nessun obbligo di salario minimo per i lavoratori esteri distaccati in Ticino». Così il Consiglio federale è intervenuto su una mozione sul tema, presentata del consigliere agli Stati Fabio Abate (Plr/Ti). Nello specifico, le imprese estere che distaccano personale oltre confine non saranno obbligate a rispettare i salari minimi proposti dal Consiglio di stato, e non ancora in vigore, in applicazione dell’iniziativa popolare “Salviamo il lavoro in Ticino!”, approvata il 14 giugno 2015. È questa l’indirizzo del Consiglio federale sulla mozione, appunto, di Fabio Abate. Con il suo atto parlamentare, Abate chiedeva se non fosse il caso di completare la legge federale sui lavoratori distaccati prevedendo anche il rispetto dei salari minimi adottati a livello cantonale.
Ma nella sua risposta il Consiglio federale ha ricordato l’importanza e l’efficacia delle misure collaterali volte a proteggere i lavoratori, sia a livello di condizioni di lavoro che di salari. Tuttavia ha specificato che «alla legge sono sottoposti tutti i rapporti di lavoro che si svolgono abitualmente in Ticino. Sono pertanto esclusi i rapporti di lavoro che si svolgono solo in modo occasionale nel Cantone Ticino». Da qui il Consiglio federale ha consigliato di respingere la mozione di Abate.
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