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Nessuna limitazione in vigore per i frontalieri. Necessario presentare il permesso di lavoro

La situazione dei quasi 70mila frontalieri che entrano e escono quotidianamente dalla Svizzera è uno dei temi che ha creato maggiori dubbi e confusione fin dalle prime notizie sull’ipotesi di “chiusura” della Lombardia. Domenica pomeriggio, il ministero degli Esteri ha chiarito ufficialmente che, per motivi di lavoro, gli italiani che lavorano in Ticino e in Svizzera possono continuare a raggiungere la Confederazione Elvetica. Il via vai alle dogane ieri è apparso più limitato rispetto a una normale giornata di lavoro, ma il transito è stato comunque incessante.I frontalieri, in caso di controlli, sono tenuti a mostrare il permesso di lavoro e dimostrare che si spostano per esigenze legate all’attività professionale. Le autorità italiane hanno chiarito che è ritenuta valida anche l’autocertificazione, naturalmente con le conseguenze penali previste in caso di dichiarazione falsa.«Le limitazioni introdotte – si legge nella nota diffusa dal ministero degli Esteri italiano – non vietano gli spostamenti per comprovati motivi di lavoro. Salvo che siano soggetti a quarantena o che siano risultati positivi al virus, i transfrontalieri potranno quindi entrare e uscire dai territori interessati per raggiungere il posto di lavoro e tornare a casa. Gli interessati potranno comprovare il motivo lavorativo dello spostamento con qualsiasi mezzo, inclusa una dichiarazione che potrà essere resa alle forze di polizia in caso di eventuali controlli».Già sabato sera, dopo le prime indiscrezioni sulla imminente decisione del Governo di chiudere la Lombardia, decine di frontalieri, nella maggior parte dei casi su richiesta del datore di lavoro, si sono trasferiti temporaneamente oltreconfine, in albergo o in altri alloggi, per avere la certezza di poter continuare a lavorare. Domenica, nelle strutture ricettive della fascia a ridosso del confine erano decine gli italiani presenti, con prenotazioni anche per l’intera settimana, in attesa di valutare l’evolversi della situazione. La Svizzera, che peraltro ha ripetuto l’invito ai cittadini elvetici a non andare in Italia e in particolare nelle zone più a rischio, ha confermato comunque l’apertura delle dogane e la possibilità per i frontalieri di entrare e uscire dalla Confederazione. Intanto, in Ticino si registrano 68 persone positive al test del Coronavirus.

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