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«No alle guardie esterne al Sant’Anna»

Il direttore amministrativo risponde alla lettera delle Rsu«La vigilanza interna è un’eccellenza del nostro ospedale e l’azienda non ha alcuna intenzione di esternalizzare il servizio».Il direttore amministrativo dell’azienda ospedaliera Sant’Anna Salvatore Gioia interviene dopo le polemiche scoppiate in seguito alla protesta di alcuni dei vigilantes che, tramite il sindacato Fsi hanno denunciato «l’impossibilità di garantire la sicurezza in ospedale».Tramite l’avvocato comasco Maria Cristina Forgione, incaricata appunto dalla sigla

sindacale Fsi, le guardie hanno chiesto un incontro al prefetto e al questore, segnalando presunte difficoltà organizzative e carenze strumentali, in particolare le cassette di sicurezza per le pistole inadeguate e l’impossibilità di controllare gli accessi al Sant’Anna per il numero eccessivo di porte aperte.Il problema è stato sollevato nell’ultima riunione delle Rsu, le rappresentanze sindacali unitarie, e in quell’occasione il direttore amministrativo ha ipotizzato anche la possibilità di esternalizzare il servizio. «Non ho mai dichiarato l’intenzione di affidare il servizio di vigilanza all’esterno – precisa però Gioia – Credo profondamente nel valore aggiunto importante di avere collaboratori diretti che svolgono questo servizio. Piuttosto, ho paventato il rischio che, davanti ai problemi segnalati al prefetto e al questore, i rappresentanti delle forze dell’ordine, che controllano e autorizzano il servizio, potrebbero sollevare qualche dubbio sull’opportunità di proseguire con la gestione».Il servizio di sorveglianza, secondo il direttore amministrativo, funziona e non presenta criticità. «La Questura fa i controlli previsti per le guardie – spiega Gioia – Nei giorni scorsi c’è stato un sopralluogo con esito positivo. I regolamenti sono condivisi con questore e prefetto».«Le dotazioni di sicurezza sono complete – continua il direttore amministrativo – Abbiamo solo due giubbotti antiproiettile, ma questo perché riteniamo che debbano essere utilizzati solo in casi particolari, ad esempio eventuali trasporti di valori e non nell’attività quotidiana. Un’eccessiva “militarizzazione” causerebbe problemi più che vantaggi. Siamo certi di poter contare su operatori preparati e di buon senso che fanno il loro dovere con sacrificio».Dopo la riunione delle Rsu, il legale che rappresenta la Fsi ha ipotizzato anche una vertenza per «comportamento antisindacale». «L’idea di intimorire qualcuno è quanto di più lontano ci sia dalle mie intenzioni – conclude Gioia – La mia prima preoccupazione è garantire un clima sereno per lavorare. È mio dovere però anche essere realista e prospettare i problemi che possono presentarsi».

Anna Campaniello

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