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Non ha i soldi per pagare le tasse. Come garante presenta un finto figlio

Donna e complice nei guaiLa signora avrebbe dovuto versare a Equitalia 30 mila euro

Cartelle esattoriali da Equitalia per tasse non pagate, con impressa la cifra totale di 30 mila euro. Una botta che una donna di Appiano Gentile di 65 anni non se l’è sentita di riferire al figlio. Ma nel nascondere la vicenda, ha finito con il causare un danno doppio e che nelle scorse settimane l’ha portata ad essere indagata dalla Procura di Como in compagnia di un complice.Perché lo stratagemma adottato è stato quello di recarsi in banca a chiedere un prestito – per coprire i 30 mila

euro – usando però come garante non il figlio vero ma uno finto con la foto del quale aveva alterato il documento di identità. Un giochetto che non è riuscito, in quanto i dipendenti dell’istituto di credito si sono accorti dello scambio di persona e hanno denunciato l’accaduto, inguaiando non solo la donna ma anche il complice, ovvero un 38enne di Guanzate. Entrambi sono stati chiamati dalla Procura di Como a rispondere del reato di falso materiale commesso da un privato e sostituzione di persona.La storia risale esattamente ad un anno fa, ovvero al 19 luglio del 2012.La donna riceve da Equitalia le cartelle da 30 mila euro. I soldi non li ha e non vuole rivelare il problema economico al figlio.Quindi, d’accordo con il complice (spacciato per figlio) altera la carta di identità apponendovi l’immagine dell’uomo che era d’accordo con lei e si presenta agli sportelli della Carige di Villa Guardia. Qui, la 65enne si presenta come madre del 38enne di Guanzate che è al suo fianco e che dovrebbe fargli da garante per la richiesta di quel prestito che le serve per pagare le tasse.I dipendenti dell’istituto di credito capiscono dal documento di identità che qualcosa non funzione, così segnalano l’accaduto.La vicenda finisce inevitabilmente al quinto piano del palazzo di giustizia, nell’ufficio del sostituto procuratore Massimo Astori che apre un fascicolo di indagine a carico della donna e del complice.La vicenda si è conclusa in queste ore in tribunale a Como: la signora ha scelto di patteggiare uscendo anticipatamente dal processo, mentre il 38enne di Guanzate – colui che era stato presentato dalla donna per il finto figlio – ha optato con il proprio avvocato (il legale Nicola Ronzoni) per il rito abbreviato e il conseguente sconto di un terzo della pena. Alla fine il giudice ha condannato l’uomo a 4 mesi e 10 giorni.

M.Pv.

Redazione

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