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Norme anti-Covid, chiuso un altro locale

Un altro locale chiuso dal questore di Como, Giuseppe De Angelis, in seguito ai controlli di contenimento del coronavirus, e l’appello accorato del presidente di Confesercenti Como, Claudio Casartelli, affinché lo Stato collabori e dia sostegno anche alla categoria dei pubblici esercizi.Il questore aveva assicurato il “pugno duro” in materia di verifiche nei locali e la linea prosegue, con controlli intensificati nei weekend. L’ultima sanzione, a Como città, ha riguardato un bar di via Oltrecolle, a Lipomo, chiuso per tre giorni. Al titolare è stata data anche una multa di 280 euro grazie al pagamento “in forma ridotta”. Non erano state rilevate le temperature ai dipendenti del locale e i processi di sanificazione non erano stati accurati. «Il titolare dell’esercizio in questione potrà comunque continuare ad esercitare la vendita dei tabacchi alla quale è autorizzato», precisano dalla Questura.Le verifiche, come anticipato, proseguiranno anche nei prossimi giorni su tutto il territorio provinciale.Sul fronte degli esercizi commerciali e dei pubblici esercizi, ieri si è levato l’appello di Confesercenti.«Chiediamo comprensione e collaborazione a tutte le articolazioni dello Stato – ha scritto il presidente, Claudio Casartelli – Le imprese della ristorazione vengono da mesi di chiusura forzata durante il lockdown e anche ora che hanno riaperto le cose non sono brillantissime come lo scorso anno. In particolare, l’assenza dei turisti americani e asiatici si sta facendo sentire e far quadrare i conti e mantenere i livelli occupazionali è cosa tutt’altro che semplice».Le normative di contenimento del Covid comportano per i locali gravi esborsi per l’adeguamento strutturale e per la gestione del personale e della clientela.«Dobbiamo renderci conto che le imprese non hanno risorse per assumere steward e personale ad hoc per controlli supplementari – sottolinea ancora il presidente Casartelli – Lo Stato ha cercato di alleviare le pene delle imprese con incentivi economici ed ammortizzatori sociali: chiediamo allo stesso Stato di essere comprensivo e collaborativo ammonendo le imprese che dovessero sbagliare qualcosa nell’applicazione delle norme per contrastare il Coronavirus, elevando sanzioni e disponendo provvedimenti che pesano come macigni come la chiusura solo in caso di recidiva, applicando sempre la normativa con buonsenso e comprensione perché siamo tutti sulla stessa barca e senza imprese sane e forti uno Stato non può esistere», conclude Claudio Casartelli.

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