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Nuovi arredi del lungolago, resta il nodo dei tigli da rimuovere

Si va verso il sondaggio popolare, o concorso di idee, per definire i nuovi arredi urbani del lungolago di Como. Si tratta dell’unica parte del cantiere delle paratie che Regione Lombardia ha lasciato di competenza del Comune di Como. Opere per oltre 800mila euro. Naufragata l’ipotesi di una commissione di “saggi” per definire il progetto, ecco che l’assessore ai Lavori pubblici, Pierangelo Gervasoni, ha proposto un «sondaggio tra i cittadini», gestito da un partner, che potrebbe essere la Fondazione Volta.Sondaggio e concorso di idee, che nasce però con un handicap di non poco conto, ovvero la questione dei tigli.

La petizione per salvare i 13 tigli del lungolago dalle ruspe è partita a luglio ed è ancora in corso. Soltanto sul portale delle firme online Change.org, la proposta di Anna Ballerini, in rappresentanza del comitato locale di Conalpa (Coordinamento Nazionale per la salvaguardia di Alberi, Paesaggi) era arrivata ieri a 13.634 firme. Ci sono poi le firme classiche che vengono raccolte in quattro negozi del centro di Como: Pietre e gioielli Carnelli, di via Cinque Giornate, edicola di via Plinio-via Albertolli, Verde Sfuso di via Cavallotti 2 ed Erboristeria di via Leoni 10. Anche su quei fogli si contano già centinaia e centinaia di firme per salvare i tigli.

La scadenza della raccolta è fissata al momento a mercoledì 15 settembre. Una mobilitazione che potrebbe condizionare lo stesso sondaggio sull’arredo. È noto infatti come i comaschi siano in grado di fare squadra quando si tratta di alberi. Lo era stato in passato per l’ippocastano di via Ambrosoli o per il grande cedro del Libano di piazza Verdi. La questione dei tigli è però decisamente complicata. I lavori delle paratie infatti, con la realizzazione delle vasche, toglieranno la terra necessaria per la stessa sopravvivenza degli alberi.

Un problema che sembra disegnato su misura per la nuova Consulta permanente in campo ambientale, che è stata istituita a Palazzo Cernezzi. «Si tratta di un organismo consultivo che avrà come obbiettivo il confronto e lo scambio di informazioni fra soggetti che hanno le comuni finalità di tutela e di sostenibilità ambientale», spiegano dal Comune.Intanto si sono già dichiarati pro-tigli la Famiglia Comasca, il il circolo Legambiente “Vassallo”, Civitas , i Verdi, il Partito Democratico di Como, ma anche Fratelli d’Italia. Un “No” decisamente trasversale. Ci sono già stati in passato anche passaggi formali in consiglio comunale. Civitas ricorda come da tempo la tematica rappresenti un argomento di preoccupazione e di attenzione.

«È del 2010 la mozione del consigliere Bruno Magatti e approvata dal Consiglio Comunale senza voti contrari, che impegnava il sindaco e la giunta di allora a preservare, durante la fase progettuale e realizzativa dei lavori, il doppio filare alberato», ricorda proprio Civitas.

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