Prevalente interesse pubblico, ampia consultazione di associazioni e categorie, condivisione con tutte le forze politiche della città, minoranze comprese.Sono questi alcuni dei passaggi chiave del processo che porterà, nei prossimi mesi, prima alla progettazione e poi alla costruzione del nuovo municipio di Como nell’area dell’ex Ticosa.Giovedì la giunta ha iniziato a discutere di questa eventualità ascoltando la relazione del dirigente dell’ufficio Urbanistica.Le pochissime informazioni che filtrano dal Palazzo – curiosamente ancora chiuso a riccio e molto parco di notizie su questa vicenda – parlano di un’idea covata da molto tempo e costruita, in questa fase, anche attraverso la revisione di tutti i vecchi progetti. Una sorta di “summa” tecnico-concettuale alla cui base starebbe un unico principio: insediare in Ticosa strutture che abbiano funzioni pubbliche di interesse collettivo.Niente residenze, quindi. Piuttosto parcheggi, molto verde, qualche attività commerciale.I dettagli non ci sono. Perché si tratta di una fase di abbozzo. La giunta giovedì aveva come obiettivo soprattutto di incassare il primo sì del centrodestra, di decidere cioè se e come andare avanti su qualcosa di cui comunque si parlava da tempo.Perché nonostante lo scalpore creato dalla notizia, l’idea di trasferire gli uffici comunali in Ticosa non è nuova né è nata due giorni fa. Mentre trattava con Multi per la risoluzione del contenzioso aperto da anni, l’esecutivo di Como ha infatti tenuto in piedi un “tavolo” su via Grandi e ha consultato periodicamente le varie associazioni di categoria, avanzando tra le altre anche l’ipotesi di realizzare in Ticosa un centro direzionale a carattere pubblico.Ieri né l’assessore all’Urbanistica Marco Butti né il sindaco Mario Landriscina hanno comunque voluto commentare quanto rilanciato dal Corriere di Como in esclusiva sul progetto del nuovo municipio.Attraverso canali non ufficiali si è tuttavia saputo che molto presto vi sarà in maggioranza un passaggio politico, quindi subito dopo sarà avviata la fase di consultazione – giudicata fondamentale – degli ordini degli architetti e degli ingegneri.Sembra che il sindaco abbia anche fatto sapere di voler esporre l’idea alle opposizioni, dicendosi convinto che il trasloco della casa comunale debba necessariamente coinvolgere tutte le forze rappresentate in consiglio.
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