Tesori lariani – Sono in programma interventi sull’abside di sinistra del Duomo di Como, con finanziamenti minsteriali per 300mila euroÈ quasi un proverbio affermare che la fabbrica di un duomo non chiude (e non dorme) mai. Succede anche a Como. Si appresta infatti a partire un nuovo cantiere in Cattedrale, dove è appena finito un ciclo di restauri di pulizia nell’altare dell’Assunta (a destra, per chi entra), con la supervisione dell’arciprete del Capitolo monsignor Lorenzo Bataloni. Religioso che il 1° novembre nel solenne pontificale di Ognissanti delle 10.30 presieduto dal vescovo Diego Coletti, lascerà il posto al successore, monsignor Flavio Feroldi.Per il nuovo intervento è stato chiesto un finanziamentostraordinario allo Stato, che ha erogato 300mila euro. Non si conosce in dettaglio come lavorerà la Soprintendenza ai beni architettonici della Lombardia per conto della curia lariana, ma è sicuro che a essere interessata sarà l’abside di sinistra, nell’area del transetto sormontato dall’enorme cupola. Con fondi già accantonati la Soprintendenza ha inoltre in programma di ripulire le statue di Plinio il Vecchio e di Plinio il Giovane sulla facciata, che nonostante la copertura di vetro antismog e antipiccioni cominciano a risentire dell’inquinamento. I dettagli degli interventi saranno discussi tra una decina di giorni in una riunione del comitato istituito per tutelare il Duomo che coinvolge, oltre alla Soprintendenza e il vescovo Diego Coletti, anche il sindaco Mario Lucini.In realtà, come detto, il Duomo di Como è una fabbrica, è fin da quando è nato: ci volle un secolo per vederlo ultimato, dopo la posa della prima pietra che avvenne nel primo quarto del XV secolo. Fu nel secolo scorso che si ebbe il primo intervento di restauro in facciata: avvenne nel 1933 per correggere lo “strapiombo” della facciata che rischiava di crollare sulla piazza antistante. Celebre poi l’intervento sul gugliotto colpito da un fulmine. E suscita ancora polemiche la paternità del ripristino della cupola dello Juvarra, dopo il disastroso incendio che la danneggiò la notte del 27 settembre 1935. Materialmente condotta dall’architetto Piero Gazzola, l’opera fu preparata nei suoi assunti teorici dall’architetto Federico Frigerio. Altri interventi più recenti hanno interessato la sostituzione di alcuni marmi in facciata.IN PIAZZA AMENDOLAAttende restauri anche un altro gioiello di Como, i chiostri superiore e inferiore della chiesa di Sant’Agostino in piazza Amendola, di cui è parroco monsignor Gian Luigi Maloberti. La chiesa è una pregevole costruzione ogivale dei primi del ’300 e conserva un portale romanico ornato di rilievi. E appunto lungo il lato meridionale della chiesa si sviluppano i due chiostri.Non è chiaro se già dall’inizio fosse stata prevista la costruzione di entrambe le strutture che presentano caratteristiche architettoniche simili o se quella inferiore si deve a interventi successivi, come forse suggerirebbe una pergamena rinvenuta nel muro presso la sacrestia durante lavori eseguiti nel 1959. Dalla sede stradale si accede poi al chiostro più recente, di cui resta solo il lato meridionale (sette campate con voltine a crociera sostenute da colonnine in pietra). Dopo aver percorso questo braccio e salita una scala si entra nel chiostro “vecchio” di cui rimangono tre lati.Per questo intervento di restauro, la Soprintendenza della Lombardia sta già assegnando i dovuti incarichi e pare che in breve tempo possa partire il cantiere.
Lorenzo Morandotti
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