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Oggi la Mediofondo nel ricordo di Fabio Casartelli

Una domenica all’insegna del ciclismo e del ricordo di un grande dello sport del pedale. nella mattinata scatta da Albese con Cassano la Mediofondo Fabio Casartelli, dedicata al campione olimpico di Barcellona 1992, tragicamente scomparso tre anni dopo al Tour de France.Tre i percorsi della Mediofondo: quello lungo comprende la scalata di Ghisallo e Muro di Sormano: 114 chilometri che metteranno a dura prova i ciclisti.Più “soft” le alternative, con il tracciato medio da 75 e quello corto da 54 chilometri. È stata inoltre prevista la “Pedalata olimpica”, a cui possono partecipare anche le biciclette elettriche.Tra i personaggi che hanno dato la loro adesione all’evento l’ex ciclista Andrea Peron, che al Tour de France del 1995 era compagno di camera di Fabio Casartelli.Una domenica che dunque sarà all’insegna sì dell’agonismo, ma anche del ricordo dello sfortunato corridore di Albese.Nei giorni scorsi, esattamente il 18 luglio, è stato celebrato il 24° anniversario dalla sua scomparsa. Proprio giovedì la “Gazzetta dello Sport” ha pubblicato il libro “Dimmi chi era-Storie di grandi campioni dal tragico destino”, scritto dal giornalista Francesco Ceniti.Tra le vicende che vengono narrate proprio quella di Fabio Casartelli, che compare nella copertina del volume assieme a Gaetano Scirea, Salvatore Antibo, Valentino Mazzola e Loris Stecca.Sono narrate dodici storie di personaggi che hanno avuto in comune la conquista di grandi vittorie e un destino drammatico, in alcuni casi tragico, come è successo a Casartelli.In ogni vicenda c’è un personaggio che in terza persona racconta la vicenda di un campione. «Per Casartelli – spiega Ceniti – c’è un papà che ha scelto di chiamare suo figlio Fabio, proprio in onore del corridore comasco, e gli spiega il perché di quella scelta, raccontandogli la storia del campione olimpico che, pochi anni dopo aver vinto la medaglia d’oro, ha perso la vita al Tour de France del 1995».Al corridore di Albese con Cassano è stata dedicato anche un capitolo (intitolato “Quel sorriso che non dimenticheremo mai”) dell’opera di Remo Gandolfi “Ruote maledette”, che narra le vicende di corridori che hanno perso la vita.Oltre a quella di Fabio Casartelli, si trova anche quella del ciclista belga Jean-Pierre Monserè, che nel 1969 gli appassionati lariani applaudirono nel velodromo dello stadio Sinigaglia quando vinse il Giro di Lombardia.Il 15 marzo del 1971 Monserè perse la vita, con la maglia di campione del mondo, dopo essere stato colpito da una vettura che era entrata abusivamente su un percorso di gara durante una kermesse in Belgio, a Sint Pieter Lille.

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