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Oggi le primarie del Partito Democratico. Pontiggia: «Possibile occasione di svolta»

«Popolarismo» come antidoto al al populismo. E una politica che ritrova sé stessa. O quantomeno ci prova. Le primarie del Pd che oggi chiamano al voto gli elettori del centrosinistra per eleggere il segretario nazionale del partito di maggioranza relativa sono lette in controluce da molti osservatori.Acquistano significati diversi. A seconda della prospettiva di luce che ne illumina il perimetro.Soprattutto in periferia, lontano cioè dal chiassoso dibattito sul potere che obiettivamente

domina le pagine dei giornali e le discussioni televisive, le primarie appaiono come una possibile occasione.Così, almeno, le interpreta Giovanni Pontiggia, presidente della Banca di Credito Cooperativo di Alzate Brianza e numero uno di Iccrea BancaImpresa, la holding dei Crediti Cooperativi di tutta Italia.Pontiggia, che in passato ha avuto ruoli direttivi nella Democrazia Cristiana ed è stato anche vicepresidente della Provincia, è oggi un osservatore privilegiato della realtà sociale ed economica del Lario. Legatissimo a Giuseppe Guzzetti, attuale presidente di Fondazione Cariplo, Pontiggia pur non aderendo in modo formale non ha mai nascosto la vicinanza al Pd.La sua analisi sulle primarie e sulla probabile vittoria di Matteo Renzi è, in realtà, una lettura a tutto campo del difficile momento attraversato dal nostro Paese. «Siamo di fronte a un potenziale passaggio di svolta – dice – Se il futuro segretario del Partito Democratico saprà dare forza al governo retto oggi da Enrico Letta, l’Italia potrà rimettersi in movimento».Il punto chiave della riflessione di Pontiggia è la novità rappresentata da Matteo Renzi in termini di «cambiamento».«I giovani del Pd, ma anche le nuove leve della Lega e lo stesso Angelino Alfano, testimoniano una volontà generale di archiviare il partito personale, carismatico e degli eletti e di tornare invece nella direzione di un partito strutturato, che elabora idee e coinvolge pezzi di società. Spero che Matteo Renzi non abbia fretta, che lavori per costruire un partito più sociale. Popolare e non populista. Solido dentro la società e in grado di fare da elemento di tranquillità per il governo». Nelle parole di Pontiggia non c’è alcuna ingenuità, come pure si potrebbe pensare guardando al profilo del rottamatore fiorentino. Il presidente di Iccrea BancaImpresa insiste invece sulla «distinzione tra chi governa e chi fa politica» e punta sul valore aggiunto del «cambio generazionale». Paradossalmente, riflette ancora Pontiggia, le primarie del Pd sono una «bella occasione soprattutto per il sistema dei partiti in Italia. Perché in una fase di scollamento, di profonda disillusione, sono in grado di riavvicinare i cittadini alla politica. Anche per questo il mio auspicio, sincero, è che molta gente vada in generale a votare». E se possibile, dice ancora il presidente della Bcc di Alzate, «a dare la propria preferenza a Matteo Renzi».Oltre al salto generazionale, il primo cittadino di Firenze è – sempre a detta di Pontiggia – homo novus «anche perché totalmente estraneo alla storia della Prima Repubblica. Non ha dietro una vicenda politica di appartenenza, non è cresciuto dentro il partito ma si è confrontato con i problemi. Prima nelle vesti di presidente della Provincia, poi come sindaco». Inoltre, Renzi «non è facilmente etichettabile». Anzi, sottolinea il presidente della Bcc di Alzate, è quasi «immune» dai possibili strali della parte avversa, abituata ad affibbiare ai competitor etichette ideologiche riesumate dagli abiti stinti di moda nel secolo scorso.«È innegabile che i concetti e le idee espressi da Renzi non possono non essere condivisi da un moderato come me», dice ancora Pontiggia. Il quale aggiunge un’ultima considerazione: «Oggi è chiara l’esigenza per l’Italia di avere un partito popolare, sociale e democratico che prenda in mano la situazione tentando di risolvere nel concreto i problemi. Non si può pensare di vivere e andare avanti sull’anti-qualcosa: l’anti-comunismo, l’anti-berlusconismo o l’anti-tutto di Grillo. Negli ultimi 20 anni la politica si è messa in moto sempre contro qualcuno. Io penso che Renzi affermi invece un’identità propria. Un’identità che, mi auguro, non sarà offuscata da un’eccessiva ambizione. Soltanto la corsa al potere potrebbe rovinarlo».

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