La sintesi di quanto avvenuto nei giorni scorsi in un appartamento di Monza abitato da un 44enne, è che gli uomini della squadra Mobile di Como e di Milano (che stanno indagando sull’omicidio di Antonio Deiana) non credono totalmente a quanto raccontato da Luca Sanfilippo, 47enne di Cinisello Balsamo reoconfesso del delitto e proprietario del seminterrato in cui fu seppellito Deiana, 36enne di Villa Guardia. Sanfilippo fu arrestato con l’accusa di omicidio.
Disse di essere stato lui a colpire con almeno cinque coltellate (dopo un litigio) il 36enne a cui aveva lasciato lo scantinato come base per lo scambio di una partita di droga. Vicenda che risale a sei anni fa (la sparizione di Deiana è tra il 20 e il 21 luglio 2012) e che è venuta allo scoperto grazie al racconto di un piccolo delinquente fatta confidenzialmente ad un ispettore del commissariato di Greco Turro a Milano.
Gli inquirenti però – i base a risultanze investigative tenute riservate – non credono che Sanfilippo possa aver fatto tutto da solo. Per questo, l’indagine ha finito con il convergere sul 44enne. La perquisizione ha portato al sequestro di apparati elettronici in possesso del sospettato, indagato con l’ipotesi di concorso in omicidio volontario. La polizia insomma sospetta che non ci fu affatto una lite nata per futili motivi, ma che Deiana quella sera di sei anni fa fu attirato in un vero e proprio agguato con presenti – nello scantinato – almeno due persone se non di più.
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