Sono ben due le comunicazioni di notizie di reato che sono state inviate alla Procura della Repubblica di Como dopo la vicenda della finta ordinanza di Regione Lombardia con le limitazioni restrittive per i comuni del Lodigiano modificata con i nomi di Como, Cantù, Cernobbio, Casnate con Bernate, Fino Mornasco, Cadorago, Bregnano, Lomazzo, Cermenate, Rovello Porro, Rovellasca e Turate. Il documento era stato inviato via WhatsApp di chat in chat disorientando e preoccupando tantissimi residenti.Il documento – assolutamente falso – annunciava il blocco di ogni attività nei comuni a causa del Coronavirus. Una “fake news” che era stata già segnalata in Prefettura e che ora è finita sul tavolo della Procura lariana che indagherà con l’ipotesi di reato legata all’articolo 656 del codice penale, che colpisce la «pubblicazione o la diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose, atte a turbare l’ordine pubblico». Le notizie di reato sono state inviate dai carabinieri della stazione di Fino Mornasco e dalla Digos.E sempre ieri una cittadina di Como ha segnalato sui social che in via Crispi, una persona avrebbe suonato i campanelli delle casi presentandosi come uomo della Croce Rossa per effettuare una “disinfestazione” dei locali. La Croce Rossa stessa, proprio nella giornata di ieri, aveva avvisato i cittadini, invitandoli a diffidare di chi si presentava alla porta come Croce Rossa, in quanto non è in corso alcuna attività porta a porta.Da segnalare infine, tornando al tribunale, che le udienze anche nella giornata di martedì si sono svolte regolarmente ma – come annunciato – a porte chiuse: in aula venivano fatti entrare solo i diretti interessati alla causa e l’eventuale testimone.Intanto all’ufficio del casellario giudiziario, quello più esposto al flusso di cittadini, è stata data disposizione per collocare un vetro divisorio.
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