Passa di mano il “Birrificio di Como” che, come ha anticipato ieri il portale specializzato di food & beverage “Italia a Tavola”, è ora di proprietà del Gruppo Ethos, dei fratelli Antonio e Beppe Scotti, che la scorsa settimana hanno firmato davanti al notaio l’acquisizione delle quote dalla Santa Barbara Food di Simone Orsenigo.Nell’accordo, il Gruppo Ethos che gestisce ormai da trent’anni locali a Milano, in Brianza, a Venezia, Roma e Como, ha garantito il mantenimento del marchio “Birrificio di Como” e di tutto il personale. Si tratta di 50 dipendenti di una realtà fondata nel luglio del 2004 dall’imprenditore tessile Gabriele Orsenigo, che fin dai primi giorni scelse il figlio Simone, allora non ancora 25enne e neolaureato, per la gestione.Il Birrificio di Como, a pochi metri da piazza Camerlata, davanti all’ex Trevitex, oggi Esselunga, in questi 15 anni è diventato un punto di riferimento non solo per i comaschi. Numeri importanti, quelli del locale, come spiega lo stesso Simone Orsenigo.«Abbiamo raggiunto un fatturato annuo di 5 milioni e mezzo di euro ante imposte. Serviamo tra i 1.000 e i 1.200 coperti al giorno».Quindi perché cedere?«Penso di essere arrivato al mio limite – dice l’imprenditore che compirà 40 anni in settembre – Il merito del successo del Birrificio va dato sicuramente a mio padre, che lo volle grande e già prima di aprire prevedeva di servire mille clienti al giorno. La trattativa di cessione non è stata breve, ma sono contento di aver messo il timone in buone mani. Con i fratelli Scotti credo che il locale possa crescere ancora. Hanno idee, professionalità ed energie. Arriveranno delle novità, mi hanno parlato di un’area bimbi. Per me è stato fondamentale avere di fronte interlocutori seri e non una catena che avrebbe messo nei locali qualsiasi cosa. Abbiamo avuto garanzie sul personale, qui lavorano 50 persone a tempo pieno, oltre ad altri addetti a chiamata».Prima la seta, poi il food, quale sarà il prossimo business degli Orsenigo?«Personalmente ora sento il bisogno di staccare la spina per un po’ – dice Simone – Mi sono laureato nell’aprile del 2004 e il 1° luglio sono entrato a gestire il Birrificio. Voglio stare un po’ con la mia famiglia e i miei bambini. Qualche idea sul futuro ce l’ho comunque. A 40 anni uno si può ancora reinventare, ma non rimarrò nel settore della ristorazione».L’immobile del Birrificio, collegato anche ad altre strutture e frutto di una riconversione industriale, rimane di proprietà della famiglia Orsenigo.
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