La “prima” del Sociale
La notte della “prima” è stata illuminata da “50 sfumature di rosa”. Questo il colore che dominava tra le signore nel foyer del bicentenario Teatro Sociale di Como. L’atteso debutto dell’Otello, maestosa opera verdiana, ha visto sfilare tutta la città che conta.
Tra i primi ad arrivare il prefetto di Como Michele Tortora, grande amico del teatro, accompagnato dalla moglie Gloria, elegantissima in abito lungo abbinato a modernissimi stivaletti, e il comandante della guardia di finanza, Marco Pelliccia, in alta divisa, con al fianco la figlia Claudia.Sorridenti, e ormai a loro agio, il sindaco Mario Lucini e la moglie Lorella, che per l’occasione ha scelto un grazioso abito corallo. Palazzo Cernezzi è stato rappresentato anche dagli assessori Luigi Cavadini, Gisella Introzzi (per lei un sobrio abito nero) e Silvia Magni, che ha scelto il verde, e Daniela Gerosa, con il marito Marco, che al nero ha deciso di abbinare il suo colore preferito, il blu delle strisce pedonali a pagamento.
Tra i Vip non poteva certo mancare il soprintendente ai Beni architettonici lombardi Alberto Artioli, uno dei maggiori fautori del restauro del Teatro Sociale e della sua Arena all’aperto.Significative del prestigio raggiunto dal Sociale le presenze del noto scenografo Ezio Frigerio insieme alla moglie Franca Squarciapino, costumista e vincitrice del premio Oscar nel 1990 per Cyrano de Bergerac.Elegantissima e raggiante nel suo abito nero la padrona di casa Barbara Minghetti, presidente dell’As.Li.Co., che nell’anno del bicentenario del teatro ha voluto regalare a Como una prima di grande prestigio. Un lavoro enorme che certamente ha soddisfatto il presidente dei Palchettisti Francesco Peronese, che come sempre ha dispensato a tutti il suo contagioso sorriso.Tra i vip, ormai habitué del Sociale, Gianluca Zambrotta con la moglie Valentina nel suo impeccabile abito nero. E, come dicevamo all’inizio, tra il pubblico femminile in platea a trionfare sono state le variazioni del rosa tra eccessi e improvvisazione.E se, come diceva il maestro Bruno Dal Bon che ha diretto il Sociale per diversi anni, «in teatro bisogna anche imparare a camminare», non è mancata qualche caduta di stile. Curiosa anche l’apparizione nel foyer della “prima” di una paio di turisti, con regolare posto assegnato in galleria, in pantaloni corti e zaino, per fortuna sfuggiti al severo occhio di Romano, la storica maschera del Sociale come sempre da applausi nella sua inappuntabile livrea.
Maurizio Pratelli
FOTO MATTIA VACCA ©
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