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Pacifisti sardi al Mise, “fabbrica bombe diventi caseificio”

(ANSA) – CAGLIARI, 07 DIC – Consegnato questa mattina a Roma al ministero dello Sviluppo economico il progetto del caseificio per la riconversione della fabbrica di bombe Rwm di Domusnovas. Una delegazione sarda di Donne Ambiente Sardegna e Sardegna Pulita, accompagnati da don Angelo Pittau, con Wilpf Italia – Women’s International League for Peace and Freedom ha chiesto e ottenuto che la lettera-proposta con le annesse motivazioni fosse protocollata al ministro Stefano Patuanelli. E ha organizzato un presidio con manifesti e interventi. Prossimo appuntamento annunciato dagli antimilitaristi, l’incontro mercoledì con la sottosegretaria al Mise Alessandra Todde. Attraverso un intervento economico con il Recovery Plan, il progetto punta a riconvertire la fabbrica in una industria agroalimentare con i lavoratori attualmente impiegati nell’azienda tedesca. “Noi chiediamo il rispetto della legge sul divieto di vendita di bombe ai Paesi in guerra – ha detto l’attivista Angelo Cremone al megafono – E chiediamo che lo stabilimento di Domusnovas produca formaggio con il latte sardo. Aiutando i pastori: c’è stato un ministro che ha detto che avrebbe risolto il problema del prezzo del latte: i pastori stanno ancora aspettando”. “Vogliamo un cambiamento di pace con una riconversione economica e ecologica. Perché in Sardegna – ha poi spiegato don Pittau – non vogliamo più cassa integrazione come per decenni è successo all’industria chimica, ma progetti e lavoro”. Una lettera garbata e argomentata. “Avanzare questa proposta – si legge nel documento indirizzato al ministro – è per noi occasione per dimostrare ancora una volta che il pacifismo non è solo un manifestare contro un modello di sviluppo insensibile ai diritti umani ma anche una concreta capacità di proporre soluzioni alternative”. In Sardegna si allevano circa 3,5 milioni di capi ovini e circa 500.000 capi caprini. L’obiettivo del progetto è quello di creare un centro caseario regionale così da svincolare il prezzo del latte ovino da quello del Pecorino Romano, diversificando l’offerta con altri prodotti. C’è un obiettivo ancora più ambizioso: finanziare un analogo impianto nel martoriato Yemen. (ANSA).

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