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  • Il ministro comasco Alessandra Locatelli: «Insurrezione contro il governo Pd-M5s».

    Il ministro comasco Alessandra Locatelli: «Insurrezione contro il governo Pd-M5s».

    Insurrezione popolare contro un governo Pd – Movimento 5 Stelle.

    A chiamare i cittadini alla ribellione è stata oggi la comascaAlessandra Locatelli, da poco più di un mese ministro con delega alla Famiglia e alle Disabilità.

    Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampaAdnkronos, a margine di un convegno organizzato a Palermo da alcune associazioni che si occupano di fragilità sociale, Locatelli ha detto: «Ci auguriamo che nell’eventualità che la Lega vada all’opposizione e si formi un nuovo governo Pd-M5s, il popolo insorga il prima possibile. Noi saremo tra i primi a scendere in piazza».

    Le parole del ministro sono, com’è ovvio, subito rimbalzate su tutti i siti e su tutte le pagine dei mezzi d’informazione. Mai prima d’ora un esponente del governo in carica, per quanto dimissionario, aveva chiamato i cittadini a «insorgere».

    «Matteo Salviniha lasciato aperto un tavolo al quale ci si può sedere per il bene dell’Italia e per evitare che il Paese vada ancora nelle mani diMatteo Renzie del Partito Democratico i quali per anni ci hanno vessato e tartassato», ha aggiunto sempre Alessandra Locatelli, spiegando che «fare emergere questi incontri (tra il Pd e il M5s,ndr) tenuti segreti fino a pochi giorni fa era necessario per giocare tutti a carte scoperte e sullo stesso piano».

    L’esponente comasca del governo gialloverde ha ripreso, quindi, la tesi delle trattative nascoste lanciata da Salvini in Senato. «Le manifestazioni erano tutti quei ‘no’ che abbiamo sentito e la poca volontà di compiere una manovra finanziaria coraggiosa che andasse nella direzione di una svolta concreta – ha detto Locatelli, ricordando anche di essere andata dal ministro dell’EconomiaGiovanni Triaper «chiedergli con coraggio di mettere più risorse per gli assegni di invalidità, come deciso da tempo. Non 30 di aumento, che sarebbero una presa in giro».

    Le reazioni

    Chiara Braga, deputata del Partito Democratico impegnata in queste ore nel tavolo di confronto sul programma per un eventuale nuovo governo, ha commentato con durezza le parole del ministro Locatelli: «Si tratta di una dichiarazione grave, tanto più perché fatta da un ministro della Repubblica in carica. Forse Locatelli dovrebbe dare una ripassata alla Costituzione assieme al suo “capitano” Salvini: le maggioranze che sostengono i governi si formano in Parlamento, così come quello di cui anche lei fa parte».

    Altrettanto forte il commento diAlessio Butti, deputato di Fratelli d’Italia, che non ha gradito quanto detto dal ministro ieri a Palermo. «L’insurrezione è, come riportano tutti i vocabolari, un conflitto armato. Sperare che la gente “insorga” non appartiene al mio modo di concepire la politica – ha detto Butti alCorriere di Como– Siamo stati i primi a organizzare le petizioni popolari e a invocare le manifestazioni di piazza, perché è lecito che la gente si mobiliti democraticamente per impedire la schifezza che stanno realizzando Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. Un governo che farebbe passare il Paese dalla padella alla brace. Sì, quindi, a mobilitazioni, manifestazioni, civile protesta, raccolte firme. Mai e poi mai, invece, insurrezioni o esortare la gente a “insorgere”. Con la lingua italiana, che è molto ricca e quindi offre decine di sostantivi più consoni alla delicata situazione che stiamo vivendo, non si scherza».

  • Festa patronale, musei gratis sabato dalle 10 alle 18

    Festa patronale, musei gratis sabato dalle 10 alle 18

    In occasione della festa patronale di Sant’Abbondio a Como sabato prossimo, 31 agosto, si potranno visitare con ingresso libero dalle 10 alle 18 i musei civici di Como: il Museo Archeologico “Giovio” e il museo storico “Giuseppe Garibaldi” di piazza Medaglie d’Oro, il Tempio voltiano ai giardini a lago e la Pinacoteca civica di Palazzo Volpi in via Diaz 84.

  • Evade dai domiciliari e finisce in carcere

    Evade dai domiciliari e finisce in carcere

    Nonostante fosse agli arresti domiciliari, si era allontanato da casa in più occasioni in seguito a una condanna per un grave reato contro la persona commesso a Como lo scorso mese di gennaio. Protagonista dell’evasione un 45enne italiano di Luisago. Dopo aver accertato diverse violazioni all’obbligo di rispettare gli arresti domiciliari, i carabinieri della Stazione di Fino Mornasco hanno eseguito l’ordinanza di aggravamento della misura di custodia in carcere emessa dal Tribunale di Como. I militari hanno subito cercato di intercettare l’uomo e lo hanno trovato nella sua abitazione. Il 45enne è stato condotto al carcere del Bassone di Como.

  • Como torna set per un film internazionale

    Como torna set per un film internazionale

    Prevista per oggi pomeriggio, è slittata a mercoledì dalle 8 del mattino l’ennesima trasformazione di Como in un set grazie a un produzione internazionale come già avvenuto l’estate scorsa per “Murder Mystery” di Netflix. In città è attesa una troupe itinerante di 45 persone (di cui 35 indiani e dieci italiani) in diversi punti della città con cineprese e cavalletti per le riprese di un film. “La casa di produzione cinematografica ODU Movies, con sede a Lucca, per conto della produzione indiana “Adventures International Pvt Ltd” – fa sapere il Comune di Como – prevede di l’uscita del film in 100 sale cinematografiche con un pubblico di almeno 10 milioni di persone in tutto il mondo, in particolare nello Stato del Telangala, oltre a Stati Uniti, UK, Australia, UAE e Canada, dove vive una grande comunità telugu, un gruppo etnico dravidico. Il film sarà poi trasmesso in tv nel 2020, raggiungendo un pubblico potenziale di 20 milioni di spettatori”.

    Le zone interessate dalle riprese sono il Lungo Lago Mafalda di Savoia, Lungo Lario Trieste, piazza del Duomo, Teatro Sociale, piazza Giuseppe Verdi, via Vincenzo Bellini, via Pretorio, Tempio Voltiano, piazza Guido Grimoldi, via Pretorio e piazza San Fedele

  • Como, buona la “prima”. Ancora da definire lo stadio del match con il Gozzano

    Como, buona la “prima”. Ancora da definire lo stadio del match con il Gozzano

    Ancora da decidere la sede dell’incontro di domenica prossima, alla seconda di campionato, tra Gozzano e Como. Lo stadio di Gozzano ha subito lavori di ristrutturazione e mercoledì è prevista l’uscita della Commissione di vigilanza che ne dovrà valutare l’agibilità. In caso di nulla osta si giocherà al “d’Albertas”, altrimenti l’alternativa sarà Vercelli. All’esordio nella serie C 2019-2020 i lariani al Sinigaglia hanno superato per 2-0 la Pergolettese (reti di Alessandro Gabrielloni e Simoneandrea Ganz).

  • Cantieri nelle scuole, si lavora in via Perti e all’asilo Sant’Elia

    Cantieri nelle scuole, si lavora in via Perti e all’asilo Sant’Elia

    Cantieri scolastici a Como, in attesa che il Comune faccia una ricognizione (prevista nei prossimi giorni) dei lavori in corso negli istituti, qualche informazione trapela sugli edifici finiti sotto i riflettori al termine delle lezioni a giugno per via di lavori necessari e urgenti: in primis la Primaria di via Perti e la Scuola dell’Infanzia Sant’Elia.Nel primo caso – come annunciato a giugno – gli interventi erano stati programmati proprio durante l’estate per consentire il rientro in aula in tutta sicurezza a settembre. “Stiamo procedendo con le lavorazioni previste allo scopo di consentire il regolare ritorno in classe” conferma l’assessore ai Lavori Pubblici, Vincenzo Bella.Una prima rassicurazione, dunque, per i genitori degli studenti.Per l’asilo Sant’Elia – è noto – i tempi sono più lunghi tanto che si è reso necessario trasferire gli alunni in via Viganò almeno fino a Pasqua del prossimo anno. “Sono stati avviati i primi lavori esterni – spiega l’assessore – mentre gli uffici comunali stanno andando avanti con la progettazione”.

  • “Campo Urbano”, convegno a Villa Olmo per il cinquantenario

    “Campo Urbano”, convegno a Villa Olmo per il cinquantenario

    Il
    21 settembre del 1969 a Como andò in scena “Campo Urbano”,
    manifestazione d’arte diffusa nel centro storico a cura di Luciano
    Caramel (critico, storico dell’arte già professore e animatore
    culturale, allora poco più che trentenne), che vide tra gli artisti
    coinvolti Giuliano Collina e soprattutto Ico Parisi (1916–1996) e
    Francesco Somaini (1926–2005), più intellettuali lariani come
    Mario Di Salvo e Carlo Ferrario. L’evento viene studiato tuttora
    nelle università e nelle accademie. Il catalogo di quella storica
    manifestazione con foto di Ugo Mulas e grafica Bruno Munari edito da
    Cesarenani tornerà in libreria sarà riedito
    da NodoLibri. Tra gli eventi in calendario nello spazio “Campo
    Quadro” della Pinacoteca di Como a Palazzo Volpi l’esposizione
    dall’8 al 29 settembre di un omaggio alla kermesse, si studia
    l’esposizione di un “contenitore umano” proposto nella
    manifestazione di 50 anni fa da Ico Parisi. L’evento clou sarà a
    villa Olmo. Si intitolerà “Campo
    Umano-Arte pubblica 50 anni dopo” ed è un progetto
    a cura di Luca Cerizza e Zasha Colah per la Fondazione Ratti. Sarà
    un convegno di due giorni il21 e 22 settembre a cui sarà
    abbinata dal 21 settembre alle 21 fino al 26 ottobre una mostra nello
    spazio Borgovico33 di via Borgo Vico 33 a Como. Fin dal suo titolo il
    progetto rievoca “Campo Urbano”, l’evento artistico a cura di
    Luciano Caramel che occupò gli spazi pubblici di Como il 21
    settembre 1969 con interventi effimeri e spesso spiazzanti per la
    cittadinanza e l’opinione pubblica comasca. Organizzato come un
    convegno di due giorni e una mostra, “Campo Umano – Arte pubblica
    50 anni dopo” celebra il cinquantesimo anniversario di quella
    mostra-evento, analizzandone successi e fallimenti, nel contesto
    storico-artistico e sociale dell’epoca. Allo stesso tempo, il
    progetto vuole ridiscutere le possibilità e le forme odierne di arte
    pubblica, in uno scenario politico, sociale e tecnologico dove l’idea
    stessa di spazio e di bene pubblico, il concetto di collettività e
    comunità, sono profondamente mutati rispetto a quell’epoca.Diviso
    in due giornate, il convegno vede la partecipazione di artisti,
    critici, curatori tra le voci più significative in materia. Nella
    giornata di sabato verranno discusse le forme di arte pubblica che
    hanno avuto luogo in Italia tra la fine degli anni ’60 e i primi
    anni ’70 (Alessandra Acocella, Luca Cerizza, Alessandra Pioselli,
    Francesco Tedeschi, Tommaso Trini). In questo contesto verrà
    approfondito il caso di “Campo Urbano”, attraverso la
    testimonianza di alcuni dei suoi protagonisti (Giuliano Collina,
    Mario Di Salvo, Ugo La Pietra, Gianni Pettena, Franca Sacchi e Grazia
    Varisco).La giornata di domenica sarà focalizzata sugli
    sviluppi più recenti dell’arte pubblica, con una particolare
    attenzione alla realtà delle metropoli e megalopoli europee e
    asiatiche, e alla relazione con un contesto sociale, politico e
    tecnologico profondamente mutato dalle strategie di
    commercializzazione, privatizzazione e sorveglianza tipiche del
    capitalismo avanzato. Gli interventi di Zasha Colah, Hou Hanru,
    Roberto Pinto e Marco Scotini discuteranno alcune strategie di
    intervento artistico negli spazi pubblici di diverse aree
    geografiche, mentre una tavola rotonda con la partecipazione di
    studiosi, curatori e artisti (Cecilia Guida, Margherita Moscardini,
    Marinella Senatore e altri) chiuderà la conferenza.

    Attraverso
    documenti provenienti dagli archivi degli artisti, materiale
    editoriale originale (disegnato da Bruno Munari) e una ricca
    documentazione video e fotografica, la mostra da parte sua
    ricostruirà le vicende di “Campo Urbano”. Insieme al ruolo
    capitale svolto dalla documentazione di Ugo Mulas per la diffusione
    di “Campo Urbano”, la mostra presenterà immagini inedite di
    Gianni Berengo Gardin e Gabriele Basilico.

  • Amazzonia in fiamme, l’allarme dell’Università dell’Insubria

    Amazzonia in fiamme, l’allarme dell’Università dell’Insubria

    Il fenomeno della deforestazione dell’Amazzonia, purtroppo attuale
    in questi giorni per il gravissimo incendio in corso, non è una
    novità: da più di un trentennio è portato alla ribalta mondiale da
    scienziati, organizzazioni ambientaliste e stampa. Anche gli
    scienziati dell’Università dell’Insubria hanno firmato appelli
    internazionali e da tempo l’argomento è inserito nei programmi dei
    corsi che si occupano di ecologia, botanica ambientale e
    biodiversità, in particolare in quelli di Scienze dell’ambiente e
    della natura e di Scienze ambientali, con lezioni sia a Varese che a
    Como. Abbiamo chiesto al docente Bruno Cerabolini del Dipartimento di
    Biotecnologie e di Scienze della vita dell’ateneo insubrico di
    analizzare la situazione. “La premessa doverosa è che è ancora
    decisamente presto per fare un bilancio scientificamente valido di
    cosa stia succedendo oggi in Brasile e negli Stati confinanti,
    bilancio che potrà essere fatto solo passata l’onda emotiva che
    sta coinvolgendo l’opinione pubblica mondiale e i meeting dei paesi
    più industrializzati. Chiarito questo, l’erosione e la
    frammentazione della foresta amazzonica portata avanti per decenni ne
    ha diminuito la superficie e aumentato il perimetro, rendendola
    decisamente più vulnerabile e predisposta ad attacchi massici fatti
    con incendi volontari che vengono portati ai suoi margini. Già da
    qualche anno la prima causa di aggressione della foresta, in
    particolare quella amazzonica, è la richiesta di carne bovina e
    soia, che spinge alla crescente ricerca di pascoli e terreni
    coltivabili ai danni di ecosistemi naturali, soprattutto in paesi
    emergenti con ancora un ricco patrimonio naturale”.

    La foresta
    amazzonica brucia, quali saranno le conseguenze per tutti?

    “Il cosiddetto
    “agro-business”, la vulnerabilità accresciuta negli anni e forse
    qualche avventato messaggio politico sembrano alla base di questo
    disastro di cui ancora non si conoscono le proporzioni. Si tratta
    infatti di un eclatante esempio di ciò che gli ecologi chiamano
    “Global Change”, ovvero la commistione micidiale e sinergica di
    fenomeni legati al cambiamento di uso del suolo, o “Land Use
    Change”, e al cambiamento climatico, o “Climate Change” vero e
    proprio.

    Procedendo con
    ordine, bisogna premettere che sicuramente i vasti e devastanti
    incendi della Foresta Amazzonica di questi giorni produrranno quasi
    certamente una perdita di biodiversità, ovvero comporteranno
    l’estinzione, almeno a livello locale, di specie animali, vegetali
    e di microorganismi. La foresta amazzonica con molta probabilità
    scomparirà completamente da ampi territori oggi soggetti al fuoco,
    ma anche se dovesse in parte sopravvivere, sarà sotto forma di
    nuclei più piccoli, isolati e alterati, decisamente più vulnerabili
    se esposti ad ulteriori fattori di stress, come siccità o
    innalzamento delle temperature”.

    “La foresta
    amazzonica – dice il docente dell’Insubria – deve essere
    considerata come una enorme riserva di carbonio temporaneamente
    escluso dal ciclo del carbonio stesso. Gli scienziati definiscono
    queste riserva di carbonio sequestrato come “carbon stock”.
    L’immediata liberazione in atmosfera, anche parziale, di un “carbon
    stock” delle proporzioni della foresta amazzonica equivale a
    vanificare decennali sforzi di riduzione delle emissioni portati
    avanti da molti paesi attraverso lo sviluppo di fonti energetiche
    rinnovabili e di tecnologie meno energivore. In definitiva è un
    durissimo colpo a tutti i risultati positivi, troppo pochi a dire il
    vero, ottenuti attraverso difficili ed estenuanti trattative e
    mediazioni internazionali. Non solo, la distruzione della vegetazione
    e degli ecosistemi forestali e la loro sostituzione con le
    vegetazioni erbacee mina anche alla base la ripresa della capacità
    di assorbire anidride carbonica dall’atmosfera e di immagazzinare
    di nuovo carbonio nelle biomasse vegetali di vaste superfici, in
    pratica depotenziando notevolmente la funzione di “carbon sink”
    dei territori amazzonici. Tale funzione potrebbe essere salvaguardata
    solo procedendo ad una rapida riforestazione delle aree oggi percorse
    dalle fiamme, ma ci vorrebbero comunque decenni per ritornare a
    condizioni paragonabili a quelle pre-incendi. La produzione di
    ossigeno è dunque compromessa con conseguenze per ora
    inimmaginabili. Se è ancora impossibile pronosticare l’evoluzione
    degli incendi che al momento colpiscono l’Amazzonia, si possono
    dunque già individuare i principali fattori che agiranno a livello
    planetario con inevitabili ripercussioni sul clima: consistente
    aumento di gas serra in atmosfera, diminuzione della capacità di
    produrre ossigeno, assorbire Co2 e sequestrare carbonio, diminuzione
    della capacità di mantenere umidità atmosferica locale, alterazione
    delle capacità di riflessione e assorbimento della radiazione
    solare, alterazione dei regimi delle precipitazioni e dei reticoli
    idrografici, perdita di biodiversità”.

  • Amarcord Atene 2004: Olimpiadi da urlo per i colori comaschi

    Amarcord Atene 2004: Olimpiadi da urlo per i colori comaschi

    Esattamente quindici anni fa (dal 13 al 29 agosto 2004) Atene ospitò l’edizione numero 28 delle Olimpiadi. Giochi che si chiudero, come in molti ricorderanno, con la vittoria dell’azzurro Stefano Baldini nella Maratona.Ma quelle delle capitale greca sono state forse le Olimpiadi che hanno regalato più gioie allo sport comasco. Il 15° anniversario merita un “amarcord”.L’impresa più bella è stata quella di Laura Vernizzi. La giovane ginnasta di Albate ha infatti conquistato la medaglia d’argento con la squadra di ginnastica ritmica. Era dal 1996 (bronzo di Marco Gerini ad Atlanta con la Nazionale di pallanuoto) che una medaglia olimpica non giungeva sul Lario.Molte soddisfazioni per i tecnici comaschi in prima linea ad Atene. L’erbese Luigi Vella, allora commissario tecnico dell’Italia di tiro con l’arco, è tornato con la medaglia d’oro con il padovano Marco Galiazzo.Di assoluto valore anche l’argento dell’Italbasket, un team forgiato dal canturino Carlo Recalcati, che aveva come assistente un’altra vecchia conoscenza della pallacanestro brianzola, Fabrizio Frates. La speranza, alla vigilia della finale con l’Argentina, era di arrivare all’oro ma, come ha sottolineato lo stesso Recalcati (che ha poi ricevuto la cittadinanza onoraria della sua Cantù), è stata comunque grande la soddisfazione per essere giunti ai vertici mondiali. Peraltro alle spalle dell’Italia è arrivato anche il “dream team” americano.Bella soddisfazione anche per mister Claudio Gentile (e per il suo vice, il menaggino Luciano Castellini) che con l’Under 21 calcistica alle Olimpiadi ha fatto suo il bronzo. Poche settimane prima gli azzurrini avevano inoltre conquistato l’oro ai campionato europei.Da Atene è tornato con il sorriso anche Riccardo Piatti, trainer comasco di tennis. Nel doppio, infatti, i croati Ivan Ljubicic e Mario Ancic, seguiti e allenati proprio dal coach lariano, in Grecia hanno chiuso con un meritato e onorevole terzo posto.Tra gli atleti è da considerare positiva la partecipazione di Luca Paolini, che ha spinto il compagno di squadra Paolo Bettini al successo nella corsa ciclistica su strada, con lo strappo decisivo sulla salita del Licabetto, a 20 chilometri dall’arrivo.Una strategia perfetta, quella della squadra azzurra, disegnata dal commissario tecnico Franco Ballerini (scomparso in un incidente rallistico nel 2010).Ad Atene, però, non sono mancate le amarezze per comaschi con aspettative importanti.Il nuotatore Lorenzo Vismara è stato tra i più delusi. Il portacolori delle Fiamme Gialle e della Como Nuoto ha ottenuto il quarto posto – quindi la cosiddetta “medaglia di legno” – con la staffetta 4×100 stile libero: nel 2004 aveva vinto l’oro nella stessa specialità ai Campionati Europei.Dopo i Giochi nella capitale greca, ha scelto di lasciare l’attività agonistica Federica Stefanelli. La giovane comasca è arrivata settima con la squadra di nuoto sincronizzato. Un risultato che all’epoca è stato contestato dai tecnici azzurri, che hanno avuto da dire sulle valutazioni delle giurie e che non è piaciuto alla stessa Federica.Olimpiadi tormentate anche per Marco Gerini e Goran Fiorentini, atleti cresciuti nella Como Nuoto che speravano in un piazzamento migliore rispetto all’ottavo posto finale della Nazionale italiana di pallanuoto.Male anche i canottieri. Il “doppio” femminile, con la bellagina Elisabetta Sancassani e l’italo- sudafricana Gabriella Bascelli, non ha raggiunto la finale. Stessa sorte per l”otto”, che comprendeva Pierpaolo Frattini, portacolori della Canottieri Cernobbio.

  • Portichetto, scontro tra auto e moto

    Incidente tra auto e moto nel tardo pomeriggio di oggi a Portichetto, lungo la Statale dei Giovi. Soccorsi chiamati in codice rosso, in seguito alle ferite riportate da un uomo e da una donna rispettivamente di 42 e 43 anni. La situazione poi è apparsa meno grave e il codice è sceso a giallo, comunque di media gravità. L’impatto alle 18.40. Sul posto anche i carabinieri della compagnia di Cantù che hanno effettuato i rilievi.