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  • Polizia locale senza ferie per i Balocchi. Martedì un vertice con il comandante

    Polizia locale di Como senza ferie e permessi tra Natale e l’Epifania a causa della Città dei Balocchi, l’allarme, lanciato ieri dal Sulpm Como (Sindacato unitario lavoratori polizia locale) viene confermato dalla Uil Funzione pubblica, che martedì prossimo avrà un vertice con il comandante della polizia locale di Como, Donatello Ghezzo, proprio su questa questione.«Abbiamo avuto un primo incontro la scorsa settimana – spiega il segretario della Uil Fpl del Lario, Vincenzo Falanga – Martedì ci siederemo nuovamente attorno al tavolo. Dall’inizio dell’anno abbiamo chiesto che venga valorizzata l’attività aggiuntiva richiesta alla polizia locale di Como. Crediamo che l’eccellenza del servizio e l’efficienza dimostrata in eventi quali il Giro d’Italia, il Lombardia, o la Fiera di Pasqua, debbano essere riconosciuti».«L’ordinanza già firmata dal comandante che limita ferie e permessi in tutto il periodo natalizio non aiuta a rasserenare gli animi. Purtroppo a volte constatiamo qualche problema di comunicazione all’interno del Comune di Como, considerato anche l’imminente incontro. Anche chi lavora nella polizia locale credo che abbia il diritto di trascorrere con le famiglie il Natale – aggiunge Falanga – Sono però anche convinto che una soluzione operativa si possa trovare coinvolgendo ad ampio raggio anche altre forze dell’ordine. Riguardo la sinergia con il privato che organizza l’evento, è sicuramente fondamentale e andrebbe migliorata. Anche questa va messa sul tavolo».Da parte sua, il comandante dei vigili, Donatello Ghezzo, conferma il tentativo in corso per «trovare una soluzione».«L’ordine di servizio riguarda soltanto i weekend – spiega Ghezzo – Negli altri giorni è possibile andare incontro alle esigenze del personale, ma nel limite del possibile. Mi confrontavo l’altro giorno con il collega che comanda la polizia locale di Lignano Sabbiadoro. I suoi uomini non possono andare in ferie a luglio e ad agosto. Se a Como abbiamo un evento che richiama molte persone, la polizia locale deve essere presente. È come se un cameriere non volesse andare a lavorare per il veglione di Capodanno. Stiamo intervenendo su alcune misure compensative, che nei limiti consentiti dalla legge, possano incentivare chi lavorerà durante le festività natalizie, ma oltre a questo non ci si può spingere. Tutti dobbiamo fare dei sacrifici».Martedì potrebbe esserci insomma la resa dei conti. Al tavolo, intanto, non parteciperanno i rappresentanti del Sulpm Como, che non sono stati ammessi alla contrattazione. La sigla sindacale era stata particolarmente dura nella sua nota.«A noi sembra che la Città dei Balocchi sia a tutti gli effetti una manifestazione organizzata da privati – ha scritto il Sulpm – e, come tale, dovrebbero essere questi ultimi a occuparsi della gestione dell’evento. Dalla sicurezza al controllo dei flussi dei visitatori». La sigla sindacale ha minacciato forme di protesta anche in consiglio comunale.

  • Piscina di Muggiò chiusa, odissea per 1200 atleti

    Piscina di Muggiò chiusa, odissea per 1200 atleti

    «Per i ragazzi è un disastro, siamo alla disperazione». La chiusura a tempo indeterminato della piscina di Muggiò sta mettendo letteralmente in ginocchio le società sportive che si appoggiano all’impianto per allenamenti e corsi. Non sta esagerando, il presidente della Como Nuoto Mario Bulgheroni, quando parla di «situazione disperata». «Complessivamente, per le diverse società coinvolte parliamo di circa 1.200 bambini e ragazzi costretti a vagare da una piscina all’altra per poter nuotare. Molte famiglie stanno rinunciando all’attività sportiva dei figli perché la situazione è insostenibile». La piscina di Muggiò è chiusa dallo scorso mese di luglio e al momento non è possibile sapere quando le vasche saranno riaperte. Tradotto, significa che circa 1.200 atleti piccoli e grandi che praticano nuoto, pallanuoto e nuoto sincronizzato non hanno più una struttura in cui allenarsi.«Ci siamo rivolti a tutti gli impianti delle province di Como, Varese e anche Milano – spiega Bulgheroni – Abbiamo ottenuto diverse disponibilità, ma naturalmente limitate per orari e spazi, senza dimenticare che le famiglie devono comunque adattarsi a portare i ragazzi in piscine anche a parecchi chilometri di distanza. Non tutti sono disposti a farlo, molti stanno rinunciando ai corsi. La nostra società sta sostenendo costi circa quattro volte superiori al normale, non possiamo continuare a lungo. Stiamo anche tenendo l’acqua più calda per continuare a usare la piscina all’aperto di viale Geno».Vasca chiusa significa anche l’impossibilità di disputare le gare, in particolare per le squadre di pallanuoto, costrette a usare come campo casalingo gli impianti di Monza e Busto Arsizio. Senza dimenticare il capitolo dei nuotatori agonisti. «Abbiamo una quindicina di atleti ad altissimo livello – spiega Bulgheroni – Per loro è necessario un allenamento costante e abbiamo quindi ragazzini costretti a nuotare all’alba, dalle 6 alle 7.30 a Cantù, prima di andare a scuola, per poi allenarsi nuovamente nel pomeriggio peregrinando da un impianto a un altro a seconda delle disponibilità. È una situazione catastrofica».La possibile soluzione dell’odissea di oltre mille atleti che fanno riferimento alla piscina di Muggiò passa da una convenzione tra il Comune di Como e la Federazione Italiana Nuoto, che dovrebbe diventare il gestore dell’impianto. La stessa Fin potrebbe quindi poi occuparsi anche dei lavori necessari all’impianto, che dovrebbero comunque essere finanziati da Palazzo Cernezzi.Si lavora all’ipotesi di una riapertura almeno parziale, anche se non c’è l’indicazione di una possibile data. Mercoledì c’è stato un sopralluogo della commissione che si occupa delle verifiche e delle certificazioni necessarie per gli impianti sportivi, in presenza anche dei rappresentanti del Comune di Como e della Federazione Nuoto.«Stiamo lavorando per mettere a punto la convenzione con la Fin, che diventerà il gestore dell’impianto di Muggiò – conferma l’assessore allo Sport, Marco Galli – Al contempo stiamo definendo il percorso futuro di interventi indispensabili sulla struttura. La speranza, consegnando tutta la documentazione di quanto già fatto e del piano di lavoro, è di ottenere la possibilità di aprire almeno le vasche, senza le tribune e gli spazi per il pubblico. Oggi (ieri, ndr) abbiamo fatto un ulteriore sopralluogo con la Federazione e lavoriamo per questo».

  • Parcheggi per residenti, scadono le concessioni

    Parcheggi per residenti, scadono le concessioni

    Il prossimo 1° dicembre scadono i termini di presentazione delle domande per i parcheggi dei residenti. I modelli sono scaricabili nella sezione modulistica del sito di Csu,www.csusrl.it.A Como esistono tre tipologie di parcheggi per i residenti. Ci sono i posti auto riservati, contrassegnati con segnaletica gialla, presenti nei settori urbani di Sant’Agostino-via Torno, piazza Roma (Ztl), piazza Volta e viale Rosselli. Il numero dei permessi rilasciati coincide con il numero di parcheggi riservati. Gli aventi diritto possono sostare in un posto auto qualunque nell’ambito del settore di appartenenza. Il costo annuo è di 380 euro.La seconda tipologia sono gli abbonamenti agevolati, validi in alcune aree regolamentate con parcometro e con i posti contrassegnati con strisce blu. Il costo annuo è di 173 euro. Infine, vi è la possibilità di parcheggiare nel garage interrato al civico 163 di via Borgovico. Il costo annuo è di 690 euro.Come previsto dal regolamento comunale, il costo dei permessi è stato adeguato in seguito all’aumento dell’abbonamento del Trasporto Pubblico Locale.Le domande possono essere presentate da persone fisiche residenti che abbiano la proprietà di autoveicoli, nonché il possesso a titolo di leasing o l’uso di autoveicoli dell’azienda (con l’esclusione di autocarri e autovetture immatricolate come autocarri), sprovviste di numero sufficiente di posti auto privati.In caso di esubero delle richieste, l’assegnazione dei posti disponibili verrà effettuata tramite un sorteggio pubblico presso la sala Gruppi politici del Comune di Como il 9 dicembre alle ore 10.

  • Negozi storici, chiude la libreria Mentana

    Negozi storici, chiude la libreria Mentana

    La storica libreria Mentana, nell’omonima via di Como, ha chiuso i battenti ma ha ancora in programma aperture straordinarie per salutare i clienti più fedeli.Il primo appuntamento è statp oggi, seguiranno le aperture dell’8 e del 9 novembre.

  • Muore carbonizzato nell’auto, era residente in Valle Intelvi

    Muore carbonizzato nell’auto, era residente in Valle Intelvi

    Un uomo di 43 anni residente a Lanzo d’Intelvi, nel comune di Alta Valle Intelvi, è morto carbonizzato nella sua auto nella tarda serata di venerdì a Corsico, nel Milanese.La vettura sulla quale viaggiava da solo, per cause ancora in fase di accertamento si è scontrata frontalmente con un’altra auto, poi ha preso fuoco. Nello schianto è rimasto coinvolto un terzo veicolo. Gli altri feriti, tre uomini di origine straniera e una donna di 33 anni non sarebbero in pericolo di vita.L’incidente è avvenuto attorno alle 21.40 di venerdì sulla strada provinciale 59, nota come Vecchia Vigevanese, all’altezza di Corsico. La Fiat Punto sulla quale viaggiava il comasco si sarebbe scontrata frontalmente con la vettura con i tre uomini a bordo. La macchina del 43enne, dopo l’impatto, si è incendiata e l’uomo, nonostante i ripetuti tentativi di altri passanti subito accorsi per cercare di estrarlo dall’abitacolo, e di spegnere le fiamme con un estintore, è morto carbonizzato all’interno del veicolo.Dei tre occupanti dell’altra auto, il più grave è un 41enne egiziano, trasportato alla clinica Humanitas di Rozzano, con fratture e lesioni.Nell’impatto è rimasto coinvolto anche un terzo veicolo sul quale c’era una donna di 33 anni, portata in ambulanza all’ospedale San Carlo di Milano con ferite e traumi lievi.La dinamica del tragico incidente è al vaglio dei carabinieri di Corsico, che dovranno stabilire la dinamica dello scontro.La vittima, secondo le prime informazioni raccolte aveva sì portato la sua residenza in Valle Intelvi, ma era domiciliato a Milano, dove era nato e ancora viveva e lavorava.

  • L’appello di Pontiggia (Bcc Brianza e Laghi): «Camera di Commercio cabina di regia per la nuova mobilità tra Como e Lecco».

    L’appello di Pontiggia (Bcc Brianza e Laghi): «Camera di Commercio cabina di regia per la nuova mobilità tra Como e Lecco».

    Le associazioni di categoria diventino ancora più determinanti per lo sviluppo del territorio.La Camera di Commercio di Como e Lecco completi la sua trasformazione e non resti la sommatoria dei due ex enti camerali, con i precedenti due bilanci, ma si muova su progetti più ampi.Sono questi solo alcuni dei temi affrontati a Lariofiere in una giornata di confronto, o focus group, organizzato dalla Bcc Brianza e Laghi, nuovo istituto bancario nato dall’aggregazione delle Bcc di Alzate Brianza e di Lesmo con le principali organizzazioni di rappresentanza dell’impresa e del lavoro attive nei settori del commercio, dell’industria, dell’artigianato delle tre province di Como, Lecco e Monza-Brianza. L’iniziativa è parte di un più vasto percorso di ascolto e coinvolgimento che la banca ha avviato con la consulenza del Consorzio AAster, del sociologo Aldo Bonomi. Un percorso di ascolto e di ricerca, già sviluppato nei mesi scorsi coinvolgendo imprese, rappresentanze, terzo settore e istituzioni dell’area vasta brianzola, che ha fatto emergere temi riguardanti le trasformazioni del territorio e del sistema produttivo, della filiera dei saperi e della formazione, l’importanza della creazione di un nuovo ente camerale unitario tra Como e Lecco, i cambiamenti che il mondo bancario e dell’industria finanziaria sta vivendo e vivrà nel futuro.All’evento hanno partecipato una ventina di rappresentanti delle realtà corporative. Le sfide che le associazioni di rappresentanza vivono oggi assumono una dimensione territoriale vasta, per il bisogno di nuove infrastrutture e i problemi di crescita del sistema imprenditoriale. La banca si è voluta confrontare con le categorie su temi concreti, quali le difficoltà e la “solitudine” della piccola impresa di fronte ai grandi cambiamenti, le problematiche dei luoghi istituzionali di concertazione territoriale, l’esigenza di una nuova dimensione intermedia del credito, la necessità di lavorare a progetti che vedano imprese, istituti di credito, associazioni, autonomie funzionali, terzo settore allearsi su una dimensione territoriale che vede la Brianza come una potenziale piattaforma produttiva unitaria anche a prescindere dalle divisioni amministrative dei territori.«La Brianza, Como e Lecco formano un nuovo modello economico unitario – commenta il presidente della Bcc Brianza e Laghi, Giovanni Pontiggia – Se parliamo di Como e Lecco e della nuova Camera di Commercio, il sistema dei contributi a pioggia deve finire. Giusto concentrarsi su piccoli progetti meritevoli, ma si devono dare risposte di tipo strutturale. Si investa nei saperi, nella formazione e nelle infrastrutture».Pontiggia entra anche nel merito di un problema di attualità, come quello della mobilità in Brianza.«Da tempo si parla della linea ferroviaria Como-Lecco. Ognuno dice la sua – spiega Pontiggia – La Camera di Commercio dovrebbe promuovere una progettualità condivisa per il trasporto sostenibile. Dall’altra parte, affrontare anche lo snodo viabilistico di Lipomo. Il collegamento tra Erba, Alzate e Como è diventato in certi orari peggio della Regina. È fondamentale l’opera di osservazione dei fenomeni e di ascolto. Un dovere anche per la nostra banca, che oggi è diventata un istituto di vasta area e per questo deve conoscere a fondo la realtà socioeconomica del territorio».«In tutto questo cambiamento in corso – insiste Pontiggia – non si devono dimenticare le difficoltà della piccola impresa nell’affrontare cambiamenti e burocrazia. La solitudine è il rischio maggiore per un imprenditore. Le associazioni e la banca diventano così fondamentali per resistere».«La nostra recente trasformazione nella dimensione intermedia del credito – conclude il presidente della Bcc Brianza e Laghi – ha comportato una revisione del ruolo dello stesso istituto. Oggi tutti dobbiamo ragionare su progetti di alleanza territoriale. L’unione diventa indispensabile per competere anche nelle sfide internazionali» .

  • Il sindaco Landriscina: «Ticosa, condivideremo a soluzione con tutta la città»

    Il sindaco Landriscina: «Ticosa, condivideremo a soluzione con tutta la città»

    Caso Ticosa di Como, ieri il sindaco del capoluogo Mario Landriscina ha replicato alle recenti accuse del Pd lariano che aveva chiesto chiarimenti urgenti in merito al progetto di recupero dell’area su cui insisteva l’ex tintostamperia.«Condivideremo la soluzione con tutta la città» ha promesso ieri il primo cittadino. E ha aggiunto: «Fa specie che qualche parte politica intervenga quasi a voler condizionare un’iniziativa del Comune il quale ha voglia e interesse a discutere ampiamente con tutta la cittadinanza».Il Partito Democratico cittadino nei giorni scorsi, in un comunicato, aveva chiesto all’amministrazione comunale di voler vedere al più presto il piano di rinascita dell’area dove un tempo sorgeva la tintostamperia, poi acquisita dal Comune e al centro di una complicata vicenda di riqualificazione urbana di cui si attende ancora la fine dopo quasi quarant’anni. Tra le ipotesi ventilate, il trasferimento dello stesso Comune con i suoi uffici proprio nell’ex Ticosa.«Non abbiamo preclusioni a prescindere, ma vogliamo vedere le carte. Abbiamo timore che sia un bluff, magari dal punto di vista della sostenibilità economica, ma per capirlo dobbiamo sapere cosa ha effettivamente in mente l’amministrazione comunale del sindaco Landriscina», avevano scritto nel comunicato i consiglieri comunali del Pd Stefano Fanetti, Patrizia Lissi e Gabriele Guarisco assieme al segretario cittadino Tommaso Legnani.«L’amministrazione non intende fermarsi – ha incalzato ieri, nella sua risposta alle accuse del Pd, il sindaco Mario Landriscina – Abbiamo chiuso alcune partite importanti, quella legale che ci ha riconsegnato l’area e il piano di bonifica. Sarebbe deleterio per la città non pensare parallelamente a individuare una soluzione per la zona».Poi il sindaco ha aggiunto che, al momento, «si sta discutendo di un’idea. Vogliamo uscire da uno stallo che dura da decenni – infine sottolinea – l’apertura è totale, vogliamo ragionare con il quartiere anche perché parliamo di un’area di interesse per l’intera città di Como».

  • Ecobonus e sconto in fattura, come “difendersi”

    Ecobonus e sconto in fattura, come “difendersi”

    Più che un’opportunità, una mannaia per l’intero comparto dell’artigianato che gravita sul settore dell’edilizia. L’ecobonus e la concessione del credito e dello sconto in fattura aleggiano sul mondo del mattone, con la categoria che si interroga su come affrontarli.Oggi, nell’ambito della Mostra dell’Artigianato, è previsto un incontro di formazione promosso dalle categorie del Sistema Casa. Sono stati invitati anche i professionisti del territorio, per Geometri e Periti industriali il convegno rilascia anche crediti formativi.Materia della discussione, come anticipato, è l’articolo 10 dell’ultimo decreto Crescita, diventato legge la scorsa estate. Tra le maggiori novità previste, i clienti potranno chiedere di avere subito l’ecobonus scontato nella fattura. Questo significa ripercussioni pesanti sulla liquidità delle aziende del settore casa, che volessero venire incontro alle legittime richieste dei committenti.«Da qualsiasi punto di vista lo si guardi, un’impresa artigianale piccola, con 4 o 5 dipendenti, dopo tre lavori fatti con lo sconto in fattura è destinata a chiudere», commenta Virgilio Fagioli, presidente di Confartigianato Edilizia di Como, presidente regionale e nel consiglio nazionale della categoria.«Anche per questo è indispensabile il confronto e la sottoscrizione di accordi con chi possa assorbire il credito (la cessione del credito è prevista sempre dall’articolo 10, ndr) – dice sempre Fagioli – Nel convegno avremo esperti del settore del credito e di Enea, ma credo sia indispensabile che partecipino all’evento anche i tecnici».«Le società artigiane per aderire a Ecobonus e Sismabonus devono creare cooperative di lavoro, si deve pensare in grande – aggiunge il presidente regionale – Però la crescita implica un aumento anche nei costi, che alla fine ricadono sui clienti. Abbiamo fatto una stima di un aumento dei costi di circa il 35%. Quindi, quando il geometra o il perito dovrà redigere un preventivo, deve essere consapevole di quanto queste modifiche incidono».I piccoli artigiani rischiano insomma il collasso. Il rilancio della riqualificazione edilizia con uno sconto pari all’agevolazione sarà positivo per il numero degli interventi in un comparto in sofferenza, ma dall’altra parte gli importi vengono scaricati sulle imprese artigiana. Il rischio è così di un tracollo per mancanza di liquidità.Le associazioni di categoria si sono mosse anche in questi giorni con il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, per chiedere di modificare lo sconto in fattura. Il ministro ha confermato la volontà di convocare a breve un tavolo aperto a tutti gli operatori della filiera per individuare una soluzione.Al momento, per gli artigiani, diventano ancora più indispensabili formazione e aggiornamento. Due parole che un tempo potevano essere considerate una perdita di tempo, ma che oggi sono diventate indispensabili per restare sul mercato.

  • Albate, irrigatori dei giardini accesi anche quando piove

    Albate, irrigatori dei giardini accesi anche quando piove

    Irrigatori accesi nonostante il maltempo, accade all’interno dei giardini pubblici di Albate.A segnalarlo è un cittadino del quartiere che nel gruppo Facebook “Sei di Albate se” mostra il problema allegando una serie di video che sono andati in onda anche durante il telegiornale di Espansione Tv.Le immagini sono eloquenti: nonostante la pioggia battente dei giorni scorsi, infatti, il sistema di irrigazione dei giardini era attivo, ovviamente senza alcuna necessità e con evidente spreco di acqua.La questione degli irrigatori, che partono ogni giorno sia alla mattina presto (attorno alle 5.30) sia alla sera (poco dopo le 22), non sarebbe però l’unico problema di degrado per le aree verdi della popolosa frazione di Como.La maniglia del cancello dei giardinetti è rotta da tempo. È stata così posizionata una pietra alla base del cancello per tenere aperta una delle due ante dell’inferriata. Una situazione di fortuna che non garantisce però la sicurezza per i bambini che frequentano il parchetto. I giardini di Albate insistono infatti sulla trafficata via Canturina.La lista del degrado in questa area pubblica viene completata da due cestini divelti e non più attaccati al sostegno di metallo.Dal quartiere spiegano che più volte la situazione è stata segnalata, anche via mail, al settore Giardini di Palazzo Cernezzi, ma che non è mai arrivata alcuna risposta.Sulla pagina social si sono scatenati gli utenti con numerosi commenti ai video degli irrigatori. Alcuni residenti denunciano un più generale stato di abbandono di tutto il quartiere. Nel corso dell’estate la polemica aveva riguardato la manutenzione delle aiuole di piazza Tricolore. Verde incolto e sterpaglie alte un metro nella “nuova piazza” di Albate. Un pessimo biglietto da visita per il quartiere.

  • Agroalimentare, nasce una nuova rete

    Agroalimentare, nasce una nuova rete

    Nasce una nuova rete d’impresa nei comparti dell’agroalimentare e dell’economia circolare: siglato un accordo tra NeoruraleHub e ComoNexT, il polo tecnologico di Lomazzo.Il polo tecnologico pavese ospiterà start up della filiera agroalimentare in un’area che si estende su oltre 1.700 ettari di terreno, primo vero hub italiano con laboratori attrezzati, campi coltivabili e sperimentali monitorati da satellite dove i protagonisti sono innovazione, terra e sostenibilità. La presentazione sarà mercoledì in località Cascina Darsena a Giussago (Pavia).