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Palazzetto, va in soffitta il sogno cullato per 15 anni

La città che non cambia – Il progetto della cittadella sportiva costerebbe 20 milioni di euro. Difficilmente, arrivati a questo punto, si potrà concretizzareTutto in fumo lunedì scorso in consiglio: è mancato il numero legale per votare la deliberaSi è infranto lunedì sera in consiglio comunale il sogno di veder nascere la cittadella dello sport di Muggiò. Un’idea cullata per oltre 15 anni. Da tanto, infatti, si discuteva su come poter rivitalizzare la struttura oggi esistente che però versa in condizioni pietose.In origine si pensò a un palazzetto nuovo di zecca per poi arrivare a progettare addirittura un vero e proprio villaggio sportivo. Idea poi accantonata per fare posto alla costruzione di un edificio di medie dimensioni

. Tutto però sembrerebbe essere andato definitivamente in fumo nel corso dell’ultima seduta consiliare quando è mancato il numero legale per votare la delibera, presentata dal sindaco di Como con la delega all’Urbanistica, Stefano Bruni, per l’approvazione definitiva della cittadella.Un piano da 20 milioni di euro – 14 milioni finanziati da privati e 6 dal pubblico – che difficilmente, arrivati a questo punto, si potrà concretizzare.Lo svolgimento della serata è stato convulso. Bruno Magatti (Paco) ha chiesto, poco prima della votazione, il conteggio dei consiglieri presenti in aula. Operazione durante la quale le minoranze si sono defilate, uscendo dalla sala. A quel punto, a conti fatti, si è constatato come in consiglio fosse venuto a mancare il numero legale. Sui banchi della maggioranza infatti, erano rimasti seduti solo 15 consiglieri. Il numero necessario è invece fissato a quota 21. Al fianco del sindaco Bruni sono rimasti: Giovanni Acelti, Veronica Airoldi, Giampiero Ajani, Andrea Anzi, Nicola Belcastro, Marco Butti, Claudio Corengia, Pierangelo Gervasoni, Augusto Giannattasio, Mario Pastore, Gianmaria Quagelli, Massimo Serrentino, Federica Simone, Nadia Tettamanti. Così facendo è però sfumato il “sì” alla cittadella. Furibondo il primo cittadino, che ha attaccato duramente le minoranze accusandole di essere letteralmente scappate davanti a una decisione troppo importante per la città.Diverse le reazioni il giorno dopo. Serafico e non troppo pessimista il capogruppo del Pdl a Palazzo Cernezzi, Claudio Corengia. «Sono situazioni che si possono verificare. Non mi sembra francamente troppo grave – dice Claudio Corengia – Non penso che dietro a questo comportamento ci sia una volontà politica precisa. Il tema cittadella dello sport potrà tranquillamente essere ripreso a gennaio. Non comprendo il pessimismo».Parole che contrastano con la visione sull’argomento espressa dal capogruppo del Pd in Comune, Mario Lucini. «È un segno ulteriore di come questa amministrazione ormai stia navigando a vista – dice – Si continuano a buttare al vento mesi di lavori. Il progetto è destinato a tramontare. Lo stesso assessore allo Sport, Stefano Molinari, ha detto come non sia più attuabile». Ma non solo. «E la volontà del sindaco Bruni di portare il tema in aula è stato solo un modo goffo per scaricare la colpa sugli altri», spiega Lucini. Il primo cittadino infatti ha apostrofato come “penoso” il comportamento di quanti sono usciti dall’aula, sottolineando che avrebbe invece avuto più senso rimanere sui banchi e votare contro. «Se Stefano Bruni avesse realmente avuto a cuore la cittadella dello sport e avesse creduto nell’intervento si sarebbe premurato di creare le condizioni ideali per far passare la delibera, costringendo tutti a essere presenti e a non dover dipendere dalla minoranza», conclude l’esponente del Pd Mario Lucini.

Fabrizio Barabesi

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