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Pallanuoto Como, ricorso al Tar per viale Geno. Dato: «Avremmo aperto la struttura a tutti, non solo ai soci»

«Noi avremmo consentito l’accesso in viale Geno a tutti, non solo ai soci come avviene ora, avremmo pagato un canone doppio rispetto a chi ha in gestione attualmente la struttura e dato grande attenzione ai disabili». Il presidente della Pallanuoto Como, Giovanni Dato, annuncia un ricorso al Tar contro l’assegnazione della gestione della struttura di viale Geno, affidata alla Como Nuoto, che si è aggiudicata il bando pubblicato da Palazzo Cernezzi.«Valutazioni quantomeno discutibili su molti punti, è giusto andare avanti per fare chiarezza, visto che parliamo della gestione di un bene pubblico», ha detto il presidente.La società ha ottenuto una valutazione inferiore di 0,44 centesimi rispetto al punteggio della Como Nuoto, storica società che si avvia a festeggiare il suo centenario e che da sempre è in viale Geno. Secondo Dato, in alcuni casi, i punteggi assegnati ai due competitor dalla commissione di Palazzo Cernezzi che ha valutato le offerte sono discutibili.«Ci hanno sottratto punti per questioni come il personale disponibile, che è stato giudicato troppo elevato o per le nostre proposte di eventi – spiega Dato – Su alcuni elementi soggettivi ci sono valutazioni che non comprendiamo. Lo stesso vale ad esempio per il progetto di riqualificazione. Senza contare l’aspetto economico, la nostra offerta era di 70mila euro, doppia rispetto all’altra società perché siamo convinti che quel bene abbia un potenziale elevato».Dato ha fatto passare le valutazioni punto a punto, dal progetto al calendario dei lavori.«Non abbiamo messo il calendario preciso delle opere perché il bando precisava che si dovevano effettuare in sei mesi – ha spiegato Dato – Noi avremmo anche fatto un nuovo impianto elettrico, un impianto sonoro».Poi, ha spiegato nei dettagli tutti gli interventi previsti per consentire l’accesso ai disabili. Con un distinguo, secondo il presidente della Pallanuoto Como, rispetto ai vincitori.E ancora il canone di affitto, doppio rispetto a quello offerto dalla Como Nuoto. «La struttura è stata assegnata per un affitto di 35mila euro all’anno – ha detto – La stessa cifra che si paga per affittare un ufficio di 150 metri quadrati in centro storico, non mi pare equo».«Crediamo ci siano gli estremi per il ricorso – ha concluso il presidente – Lo dobbiamo anche a tutti i progettisti e ai professionisti che hanno lavorato per noi. Gente che lavora nel settore da trent’anni e si è vista attribuire un punteggio così basso». Il ricorso sarà presentato entro l’inizio della prossima settimana.

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