Pan tramvai, il dolce più tipico della tradizione lombarda | Ecco perché si chiama così: il motivo è buffissimo
Pan Tramvai, dolce tipico lombardo - Fonte X - corrieredicomo.it
Un pane dolce pieno di uvetta, nato in Lombardia, porta un nome che sembra uno scherzo ma racconta un pezzo di storia quotidiana.
Il pan tramvai è uno di quei dolci che profumano di case di ringhiera, di forni di paese e di abitudini semplici. A prima vista sembra quasi un pane arricchito, niente di particolarmente vistoso: una forma rettangolare o a bastoncino, una crosta discreta e un interno morbido punteggiato di uvetta.
Eppure dietro questo impasto solo in apparenza essenziale c’è un legame profondissimo con la vita di chi, un tempo, doveva spostarsi ogni giorno tra città e campagna.
Nella tradizione lombarda questo dolce è associato soprattutto alle zone della Brianza, dove i fornai lo preparavano come spuntino sostanzioso ma alla portata di tutti. La sua forza sta negli ingredienti semplici e nel fatto che, grazie all’abbondanza di uva sultanina, è naturalmente ricco di zuccheri e di energia. Per capire davvero il perché del suo nome così particolare bisogna però salire idealmente su un vecchio mezzo di trasporto e immaginare un viaggio molto più lento rispetto a quelli di oggi.
Dal tram tra Monza e Milano al nome che fa sorridere
Il nome “pan tramvai” nasce proprio da un tram: quello che collegava Monza a Milano. Il percorso correva in mezzo alla campagna e il viaggio, imposto a non più di 15 chilometri orari per non spaventare gli animali, poteva durare anche diverse ore. I viaggiatori, per affrontare quel tragitto lungo e freddo, si portavano dietro uno spuntino che fosse nutriente e pratico da mangiare: questo pane dolce, densissimo di uvetta, diventò così il compagno ideale di chi passava mezza giornata sul tram.
Col tempo il collegamento tra quel mezzo lento e affollato e il dolce che lo accompagnava è entrato nel linguaggio comune, fino a diventare vero e proprio battesimo: da semplice pane con l’uvetta si è trasformato nel “pane del tramvai”. Il soprannome è rimasto anche quando i tempi di viaggio sono cambiati e il tram non è più stato il protagonista della vita quotidiana, conservando però tutta la sua carica affettuosa e un po’ buffa, capace ancora oggi di strappare un sorriso a chi sente quel nome per la prima volta.

Un dolce protetto da disciplinare e ricco di uvetta
Dopo anni in cui era quasi scomparso dai banchi di forni e pasticcerie, il pan tramvai è stato riscoperto e oggi è tutelato da un vero e proprio disciplinare. Per potersi chiamare così deve contenere almeno il 40% di uvetta sultanina sul peso del prodotto finito e non meno del 40% di materia grassa sull’impasto. È un prodotto da forno a pasta morbida, a lievitazione naturale, che viene cotto in stampi rettangolari oppure modellato a bastone, mantenendo la sua forma caratteristica.
Gli ingredienti di base sono acqua, farina, zucchero, uova fresche, burro, uvetta sultanina, lievito naturale e sale; a questi si possono aggiungere miele, malto, vaniglia, aromi naturali, noci o fichi. Un dolce che non punta sulla raffinatezza estetica ma sulla sostanza, nato per nutrire chi viaggiava per ore e oggi tornato in vetrina come simbolo della tradizione brianzola e lombarda, capace con ogni fetta di riportare alla mente il lento dondolio di un tram che attraversa la campagna.
