Un’umanità dolente, ferita, laica ma con una sua intima spiritualità, piegata eppure dignitosa nell’esporre al mondo la fatica che impone l’arduo impegno del vivere. E ciascuno ha il proprio ruolo nel teatro del mondo dominatori e dominati, figure ai margini e sugli altari. Il bestiario umano di Pantaleo Cretì, scultore e pittore comasco di viscerale espressionismo creativo, non cessa di alimentarsi con nuove figure e personaggi ispirati a una commedia umana fatta di coniugi, vescovi, pinocchi simbolici, icone di un’Italia in crisi e non solo sul fronte dell’arte. Cretì, che ha già partecipato in passato alla mostra di scultura alla Officina 105, ultimamente ama tornare sui propri passi e ha ripreso e concluso presso la fonderia Esposito a Cucciago, in più versioni e formati, sculture policrome la cui genesi è stata avviata anche quindici e più anni fa.
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