«Sono lieto che il mio successore sia un gregario, dopo una fuga che mi ha ricordato il ciclismo di una volta, non quello attuale con le squadre più forti che si schierano e comandano la gara». Paolo Rosola commenta così la tappa andata in scena ieri. Il velocista bresciano era stato l’ultimo a vincere sul traguardo di Como in un Giro d’Italia, nel 1987, superando in volata Alberto Volpi. «Ho seguito la tappa in televisione e devo dire che quando ho visto l’ingresso in città mi sono emozionato, anche se il nostro percorso, 32 anni fa, era stato disegnato in maniera differente».«Como rimane un traguardo tra i più prestigiosi del ciclismo mondiale, al pari del velodromo di Roubaix – aggiunge Rosola – e considero quella vittoria del 1987 tra le più belle della mia carriera. Sono convinto che per Cataldo sarà lo stesso; è un corridore che merita, un bravo gregario che finalmente ha avuto una giornata gloriosa. E non voglio dimenticare Cattaneo, che è arrivato secondo, ma è stato protagonista alla pari del vincitore. Un bel segnale anche per il ciclismo italiano alla fine di una tappa spettacolare, dove c’è stata una bella lotta. Davanti alla televisione mi sono davvero divertito».
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